Fotografia e neorealismo

"L'accordo truffa" di Borghesan

Roma – “Un film immobile sulla pagina stampata”. Questa l’idea che Luigi Croscenzi vuole trasmettere all’interno della mostra fotografica “La fotografia e il neorealismo in Italia, 1945 -1965”, allestita al Museo di Roma in Trastevere, fino al 25 aprile 2011. La fotografia di Croscenzi (1923-1984), infatti, intendeva assumere, al pari del cinema neorealista e attraverso i suoi piani di ripresa, nuove modalità espressive tali da evidenziare metaforicamente la volontà di mutamento sociale del Paese e da ottenere così una nuova estetica della realtà, nella quale non fosse tuttavia l’inquadratura a determinare l’unità del racconto, ma il fatto narrato. Il senso del racconto appare a posteriori perché si tratta comunque di un linguaggio metaforico, quindi educativo.

L’esposizione propone 130 vintages provenienti dall’archivio del CRAF, ed è dedicata alla fotografia italiana tra il 1945 e i primi anni ’60, quando l’apparizione di Mario Giacomelli introdusse prepotentemente un nuovo linguaggio figurativo. La mostra, curata da Walter Liva, è promossa da Roma Capitale, Assessorato alle Politiche Culturali e Centro Storico Sovraintendenza ai Beni Culturali di Roma. La rassegna presenta quindi un’ampia introduzione dedicata a Luigi Croscenzi, comprensiva dei foto racconti originali realizzati per Il Politecnico (1946 – 1947), delle fotografie inedite del 1947 che ritraggono le borgate romane, nonché delle istantanee tratte da Conversazione in Sicilia (1950). Infatti, Croscenzi, dopo una breve esperienza di collaborazione al Politecnico diretto da Elio Vittorini, si iscrisse al corso di Regia del Centro Sperimentale di Cinematografia a Roma. A questo periodo romano risale il prezioso ed inedito lavoro fotografico su Roma e sulle Borgate Romane, raccolto in oltre 100 negativi, fino ad ora mai presentato al pubblico. Questa mostra è l’occasione giusta. Oltre, alle numerose foto presenti nella mostra raffiguranti il paesaggio siciliano e marchigiano, tutte rigorosamente in bianco e nero, sono esposti scorci, vedute di Roma e di periferie in cui affiora un’umanità autentica, primordiale e che racconta il mondo ai margini della vita cittadina. 

Molto interessante è la parte dedicata alla fotografia italiana degli anni ’50 (il Gruppo Misa di Senigallia di Giuseppe Cavalli, Piergiorgio Branzi, Giuseppe Moder, Alfredo Camisa, Vincenzo Balocchi, Alessandro Novaro, Paolo Bocci) e l’ampia serie dedicata al Gruppo Friulano per una Nuova Fotografia di Spilimbergo (i cui esponenti sono Gianni e Giuliano Borghesan, Aldo Beltrame, Italo Zannier, Carlo Bevilacqua, Fulvio Roiter, Toni Del Tin, Giuseppe Bruno,Gianni Berengo Gardin, Nino Migliori, Luciano Ferri). Il Gruppo Friulano si formò in Friuli nel 1955 e s’ispirava alle naturali esigenze della storia degli uomini, attraverso una fotografia come documentazione poetica dell’umanità che gli vive attorno. La fotografia, “nuovo” mezzo di espressione, tipicamente moderno, ha quasi sempre agito in una sua autonomia dalla cultura, derivata dal dilettantismo di gran parte di coloro che la esercitano e quindi dal logico disinteresse della critica in generale e dalla mancanza di quella specifica. Il Gruppo Friulano per le nuove esigenze di sviluppo dell’arte fotografica, intende inserirsi organicamente nel movimento della cultura, per un’ intima, reciproca, necessaria, collaborazione. L’estetica del Gruppo Friulano metteva quindi al suo centro il mondo contadino e del lavoro: le immagini all’interno delle mostra raffigurano proprio questo.

Particolarmente evocative e degne di menzione sono le splendide immagini di Gianni Borghesan, tra cui “Uno dei Lunghi” del ’53, “L’accordo Truffa” e “Controluce a Spilimbergo”, che raffigura una strada del paesino friulano in una serata di pioggia. Da sottolineare anche la foto di paolo Bocci “Strumenti a Corda” e quella di Carlo Bevilacqua “Bambina”, entrambi del ’50. E’ esposto anche un nucleo di ritratti di John Phillips i fratelli Visconti e Antonioni, ed alcune fotografie realizzate dallo stesso grande regista italiano sul set di Blow up.

Un’ iniziativa interessante avrà luogo giovedì 14 aprile alle ore 17.00, quando il museo ospiterà un convegno incentrato sulla tematica fotografia e neorealismo con la partecipazione del direttore della Rivista Refflex, Giulio Forti, di Gainfranco Arciero per Fotocultura, dei fotografi Piergiorgio Branzi e Claudio Marcozzi e del curatore della mostra, Walter Liva.

di Chiara Campanella

Foto via http://urdesign.it;

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