
Fornero: “Governo a casa se la riforma non passa”
ROMA – Nel corso di un convegno a Reggio Calabria, il ministro del Lavoro Elsa Fornero ha affermato che «se la riforma non dovesse passare andremo a casa. Finora abbiamo ricevuto critiche per troppa incisività, o troppo poca incisività, ma su questa cosa abbiamo la certezza».
«Questa è una riforma del lavoro per il Paese – prosegue la Fornero – e non è fatta per compiacere sindacati, imprese o partite Iva. Puntiamo ad un mercato del lavoro aperto, dinamico e inclusivo, cioè senza “cittadelle protette” perché è impensabile che in un mondo così dinamico si possano iniziare e concludere carriere, da 17 a 57 anni, sempre nella stessa realtà aziendale. Abbiamo lavorato bene e forse qualcuno ha cambiato idea rispetto alle posizioni precedenti. Nessuno dice che sia intoccabile, questa riforma. Ma rivendico un suo equilibrio e una sua valenza generale».
In una lettera al Sole 24 Ore, poi, la Fornero ribadisce che «nessuno sarà toccato dagli effetti della riforma previdenziale nel corso del 2012. Il Salva Italia ha fissato entro il 30 giugno il termine entro il quale emanare il decreto interministeriale per la precisa individuazione delle persone portatrici del diritto soggettivo al pensionamento».
Intanto, i sindacati sono di nuovo in piazza per chiedere al governo, oggi, una soluzione al problema degli esodati, lavoratori che rischiano di trovarsi senza lavoro e senza pensione a causa dell’aumento dell’età per l’accesso alla pensione prevista dalla riforma previdenziale. Sono oltre 25.000 le persone che hanno sfilato per le vie di Roma dietro le bandiere di Cgil, Cisl, Uil e Ugl chiedendo al governo di salvaguardare tutti i lavoratori che hanno fatto un accordo per l’uscita dal lavoro entro il 2011, applicando a questi le vecchie regole per l’accesso alla pensione. Il numero degli esodati, secondo i sindacati, è molto superiore ai 65.000 calcolati dal Governo per i quali è prevista una salvaguardia rispetto alla stretta previdenziale prevista dal decreto Salva Italia.
Per il segretario generale della Cgil, Susanna Camusso, «sono numeri falsi. Se il governo confermasse nei prossimi giorni che gli esodati sono 65.000, allora non resta altro che chiedere le dimissioni del presidente dell’Inps (Antonio Mastrapasqua, ndr)».
Secondo la nota diffusa ieri dal ministero del Lavoro, il Governo dovrebbe applicare le vecchie regole per l’accesso alla pensione solo a coloro che hanno fatto accordi entro il 2011, hanno già lasciato il lavoro entro quella data e sono in prossimità del pensionamento. In pratica, secondo le interpretazioni tecniche del testo, saranno salvaguardati coloro che matureranno i vecchi requisiti per la pensione entro i 24 mesi.
Questa interpretazione, però, lascia fuori coloro che pur avendo firmato l’accordo sono ancora in azienda (i lavoratori di Termini Imerese, ancora in cassa integrazione) e quelli con un percorso di mobilità verso la pensione di 4 anni.
(Foto: attualita.tuttogratis.it / vip.it)
Stefano Gallone