Fini-Berlusconi: il giorno della cacciata

Il premier, spazientito, ha deciso: via i finiani. Alle 20 di giovedì l’ufficialità

di Nicola Gilardi

Gianfranco Fini, presidente della Camera

Sembra essere giunta al termine la telenovela fra Berlusconi e Fini. Nella notte di mercoledì, infatti, il premier, assieme ad alcuni collaboratori, avrebbe deciso di non accettare l’offerta del presidente della Camera: «Resettiamo tutto e onoriamo l’impegno con gli italiani». All’incontro ha partecipato anche Giuliano Ferrara, direttore de Il Foglio, che aveva raccolto l’intervista pacificatrice di Fini.

«Ormai è tardi» avrebbe commentato Berlusconi, rimarcando la volontà di “epurare” i dissidenti dal partito dopo gli attacchi dei finiani a Cosentino, Caliendo e Verdini, indagati nell’inchiesta sulla loggia P3. Intanto è stato preparato il documento, che ufficializza la cacciata, che sarà discusso alle 20 di giovedì dall’ufficio di presidenza del partito.

Ad essere coinvolti, oltre al “capo” Gianfranco Fini, ci sono Italo Bocchino, Fabio Granata e Carmelo Briguglio, rei di avere posizioni troppo discostanti da quelle interne al Pdl. Ancora incerto il numero di uomini che seguiranno il presidente della Camera lasciando il Pdl, ma il momento per il governo di Berlusconi è molto difficile.

Il decreto sulle intercettazioni ha lasciato molto insoddisfatto il premier, che mediterebbe addirittura di ritirarlo. Hanno esultato, invece, i finiani che sono stati in prima linea per limare un provvedimento troppo restrittivo.  Questa sarebbe l’ultima goccia che ha fatto traboccare il vaso ed esaurire la pazienza di Berlusconi, che ha seguito l’invito di Umberto Bossi a voltare pagina sul rapporto con Fini.

Gli scenari sono ancora da stabilire e tutto dipenderà dal seguito che il presidente della Camera si porterà dietro. Se il Pdl non ne uscisse troppo indebolito, Berlusconi avrebbe una buona possibilità di continuare la legislatura, in caso contrario il percorso potrebbe essere molto accidentato.

Pier Ferdinando Casini

Potrebbe iniziare anche un corteggiamento nei confronti di Fini. Già Casini e Di Pietro se lo contendono per allargare il proprio bacino di elettori, ma lo stesso presidente della Camera ha più volte dichiarato di voler restare nel Pdl, non facendo mai ipotesi alternative.

L’ipotesi del governo di larghe intese promossa da Pier Ferdinando Casini, potrebbe trovare in Fini una sponda importante. In questo gioco di previsioni se Berlusconi vedesse sgonfiarsi il numero di parlamentari “fedeli” ci potrebbe essere una crisi di governo e Napolitano potrebbe decidere di verificare la possibilità di  creare una nuova maggioranza senza il premier. Sono solo ipotesi, ma in questa politica spesso l’inimmaginabile supera l’immaginabile.

Foto: www.mentecritica.net; www.fuochidipaglia.it; www.casinipresidente.files.wordpress.com

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