
Finalisti Premio Strega 2014: ‘Il padre infedele’ di Antonio Scurati
Finalisti Premio Strega 2014: Antonio Scurati dipinge il crudo ritratto del fallimento del matrimonio di Glauco e Giulia. Uno spietato romanzo generazionale
Tra i finalisti del Premio Strega 2014 troviamo Il padre infedele di Antonio Scurati, edito da Bompiani, pubblicato nell’ottobre dello scorso anno. Continua cosi il viaggio di Wakeupnews alla scoperta dei titoli che tra poche ore si contenderanno il prestigioso premio.
LA STORIA – «Devo ammettere che il mio amore per quella donna particolare che avrebbe generato mia figlia e, con lei, me come padre, germinò dall’avversione per le donne in generale». Questa è solo una delle confessioni che Glauco Revelli, chef ormai oltre i quarant’anni, sposato con Giulia e padre di Anita, inserisce nel diario in cui racconta la sua verità di fidanzato, padre e marito dopo che la vita che si è costruito piomba in una crisi profonda. A partire da quella mattina in cui la moglie scoppia a piangere senza apparente motivo nella cucina della loro casa. Ma una ragione c’è ed emerge chiara, dopo la frase di Giulia che sussurra tra i singhiozzi: «Forse non mi piacciono gli uomini». Glauco capisce che è una sorta di autodifesa della moglie, un modo di proteggere sé stessa dalla verità cruda: è uno solo l’uomo che non le piace. Proprio quello vicino a lei e con cui ha generato una figlia. Ma il protagonista sa perfettamente che Giulia non è colpevole, o almeno non in senso stretto, di una situazione cui sono giunti per via di circostanze non dipendenti dalla moglie, ma forse nemmeno completamente da lui, ma che hanno trascinato una coppia come tante della società moderna a «decidere se vivere o morire per qualcosa in cui, comunque, non credevamo più».
I TEMI – Non è possibile escludere dai propri condizionamenti, da ciò che in sintesi muove le nostre decisioni, l’impatto della società stessa. Un contesto rapidamente e profondamente cambiato nel salto delle ultime due generazioni. Come ammette Glauco, i nostri genitori ci generavano tra i 20 e i 30 anni. Lui è uno dei tanti suoi coetanei che ha già superato i 30, ma è uscito da quella logica. Non solo, ma rifiuta con ostinazione l’idea che la felicità sia per forza fatta di moglie, figli, code al supermercato e gite domenicali. Ma poi si arrende all’evidenza: basta lo slogan di una pubblicità per farlo sentire solo ed estraneo al contesto sociale che impone alcuni dogmi a uomini e donne. Allora ripone la medesima testardaggine nella ricerca di una femmina con cui generare un figlio e quando conosce Giulia decide di innamorarsi, perché sente dentro di sé che è il momento di crescere, maturare, uniformarsi al mondo e alla società. È ora che anche lui faccia le code al supermercato assieme alle altre famiglie che, parafrasando Tolstoj, quando sono felici si somigliano fra loro, ma ognuna è infelice a modo suo.
LA PATERNITA’ – La nascita della figlia Anita si rivela per la coppia un mostro bicefalo: una testa è entusiasta e innamorata, «perché nella vita segreta di un padre e della sua bambina ci sono… momenti di piena e impareggiabile felicità». Ma l’altra testa ha il volto del demone del fallimento. Da un lato Giulia cade profondamente in depressione e dal momento della nascita della bambina rifiuta qualunque tipo di contatto fisico con Glauco. Dall’altra parte, il protagonista prova una rabbia cruda e feroce nei confronti di una moglie che di fatto lo respinge e lo abbandona e, con la rabbia testarda che l’ha accompagnato fino all’età adulta, vi ingaggia una guerra fatta di gesti, di ghiaccio e di parole vuote. Ma anche di fantasie notturne, in cui Glauco si ritrova a vivere una sessualità tipizzata e banale, quasi a fuggire dalla piega presa dal suo matrimonio. O forse non sono fantasie, ma poco importa: l’infedeltà al proprio progetto fondato sulla pretesa di felicità ormai è completo, a prescindere dalla concretizzazione in un atto sessuale o meno. Perché alla fine questo è il punto: «Il nostro errore, fin dal principio, era stato decisamente quello di voler essere felici. Al contrario, le generazioni che ci avevano preceduto non avevano mai sottoposto il matrimonio a quel genere di ipoteca».
ROMANZO GENERAZIONALE – Antonio Scurati, attraverso l’editore Bompiani, presenta in finale al Premio Strega 2014 un romanzo che potrebbe essere definito allegoricamente generazionale. Glauco Revelli è un uomo come molti altri nati tra gli anni ’70 e ‘80. Impegnato per lungo tempo a respingere, non tanto per paura ma per una sorta di contro dipendenza, il dogma della felicità attraverso il matrimonio. Ingaggiato poi con lo stesso fervore cieco a costruirsi quella medesima felicità a tutti i costi, illudendosi con Giulia che la costruzione di una famiglia fosse l’unico strumento per vivere una vita appagante e cercando cosi di salvare il rapporto fino ad arrivare a un punto di non ritorno, dopo essersi rifugiato in fantasie di infedeltà più o meno reali, ma che tradiscono quell’illusione, senza affrontarne cause e conseguenze. Almeno fino al pianto di Giulia e a questo diario. In tutto questo il protagonista viene condizionato da un contesto sociale disgregato, in cui la carriera e l’individualismo prevalgono sulla socialità, salvo poi spingere chi vi si muove all’interno verso l’illusione che l’unico benessere possibile sia quello dell’uniformità all’interno di un nucleo famigliare come tanti, nel quale è quasi un obbligo essere felici. Una catena dalla quale è difficile svincolarsi senza cadere nello squallore e nella desolazione.
LIMITI E PREGI – Forse il limite dell’opera di Scurati si trova nel fatto di aver dipinto un ritratto generazionale esclusivamente al maschile: ma si tratta di una scelta palese dell’autore stesso. Sarebbe stato interessante capire come una donna possa vivere i medesimi turbamenti emotivi, ma non era questo il libro in cui poter approfondire tale aspetto. Il grande merito dell’autore è invece quello di tracciare con crudezza e senza ipocrisie o indulgenze il tumulto interiore di Glauco e con lui di un’intera generazione di padri ontologicamente infedeli. Non solo alla moglie: ma al concetto di famiglia e di felicità imposti dalla società contemporanea.
Il padre infedele, Antonio Scurati, Bompiani 2014 «Narratori italiani», € 17,00
Daniele Leone
@DanieleLeone31