
Ferrari Enzo da un milione di euro abbandonata nel deserto di Dubai
Anche i ricchi piangono. Ma stavolta, a vedere il motivo del pianto di un ricco, viene da piangere anche a tutti gli appassionati di auto. Una Ferrari Enzo giace infatti abbandonata da mesi nel deserto di Dubai, in un deposito giudiziario, coperta da un mantello di sabbia.
L’auto appartiene probabilmente ad uno dei ricchi-lampo degli Emirati Arabi, che hanno trovato la fortuna con le speculazioni edilizie e sono altrettanto rapidamente precipitati di nuovo al suolo. La vettura gli è stata sequestrata come contropartita economica ed è stata tristemente confinata nel deposito giudiziario.
Il sole che picchia incessantemente sugli Emirati ha reso incandescente la carrozzeria e sta rovinando irreparabilmente sedili ed interni della vettura. Il destino della supercar di Maranello, però sembra essere ancora più triste del suo presente: l’auto verrà probabilmente messa all’asta assieme ad altri modelli sequestrati, probabilmente ad un prezzo ben inferiore al suo valore e – soprattutto – in condizioni ben peggiori di quelle che un’auto del suo rango meriterebbe.
La Enzo fu prodotta nel 2002, per festeggiare i 55 anni di casa Ferrari, e fu intitolata al Drake, fondatore dell’azienda. L’auto è equipaggiata con un motore V12 di 65° aspirato – montato in posizione centrale – di 5998,80 cm3 , che eroga 660 cavalli a 7800 giri/min. Telaio e carrozzeria sono interamente realizzati in fibra di carbonio, i freni sono in composito ceramica-carbonio e la potenza alle ruote posteriori viene gestita attraverso un cambio a 6 marce sequenziale con paddle al volante. La velocità massima della Enzo supera i 360 km/h.
La sua linea, come molti altri modelli Ferrari, è stata disegnata dalla storica carrozzeria Pininfarina. Alla data di ingresso sul mercato il suo prezzo era di 665mila euro, ma la tiratura limitata (ne esistono solo 400 al mondo, di cui alcune andate distrutte in incidenti stradali) ha fatto schizzare la valutazione di un esemplare usato fino a oltre un milione di euro.
Francesco Guarino