Eurolega basket: Siena risorge trascinata da Hairston

OLYMPIACOS PIREO – MONTEPASCHI SIENA 65-82 (Serie 1-1)
Dopo la sconcertante debacle in gara 1, c’è davvero di che stropicciarsi gli occhi: Siena risorge e lo fa in maniera perentoria, autorevole e soprattutto dando una forte risposta a tutti i punti di domanda sorti in relazione alla bontà dell’organico, al progetto e ai suoi uomini simbolo. Con McCalebb che resiste solo 2 minuti sul parquet, è Marko Jaric il primo dei promossi: grinta, carisma, tenacia e lucidità, questi gli ingredienti fondamentali che ha portato in dote l’ex Memphis Grizzlies alla causa senese.

Malik Hairston (basketcaffe.com)

L’autentico trascinatore è stato però Malik Hairston, decisivo sia dal punto di vista fisico sia da quello realizzativo: il giocatore discontinuo, svagato, a tratti indolente ha per una volta lasciato il posto a un carro armato in grado di dominare su entrambi i lati del campo. 19 punti con 8/11 al tiro vengono accompagnati da 11 rimbalzi di cui ben 6 raccolti nella metà campo d’attacco: numeri di tutto rispetto che compensano le carenze di Lavrinovic, Stonerook e Rakovic (11 rimbalzi in 3). Se i lunghi senesi si fanno perdonare nella metà campo offensiva, l’assente di giornata è invece Yoannis Bouroussis, partito decisamente in sordina con una catena di palle perse e poco coinvolto dal resto della squadra: Nesterovic è perfetto dal campo e il pitturato per l’Olympiacos è terreno di conquista (66%), ma a fare la differenza sono le percentuali dalla lunga distanza. Alla incredibile precisione dei toscani (54.5%), i greci oppongono un desolante 4/18 (22%), con un deludente Spanoulis a 0/5: è quantomai mancata la scriteriata e talentuosa regia di Milos Teodosic, ma è già tempo di volgere lo sguardo a gara 3, con i favori del pronostico che ora pendono verso il Montepaschi. Da tenere d’occhio sarà sempre il settore lunghi: concedere a una squadra completa e lunga come l’Olympiacos un rendimento interno così devastante non può sempre essere bilanciato da un’ottima difesa esterna e da una costante pressione sul portatore di palla. Il tutto, aspettando la grande sfida tra due dei migliori playmaker della competizione: Teodosic, pronto al rientro, e McCalebb.

LE ALTRE – Il Caja Laboral illude, con Teletovic e San Emeterio, il Maccabi ha l’ultima parola, con il canestro allo scadere firmato Jeremy Pargo che impatta la serie, fa cadere il fattore campo e ribalta completamente i favori del pronostico. Marcelinho Huertas è insolitamente disciplinato e pur sparando a salve dalla lunga distanza (1/5) mette a referto 13 punti conditi da 7 assist: la circolazione di palla delle due squadre è ottima e le palle perse sono 9 da parte spagnola (di cui 6 del solo Esteban Batista) e 8 per quanto riguarda gli israeliani. David Blu è eterno (18 punti), mentre dopo la pallida e smorta prestazione di gara 1 risorge Sofoklis Shortsanitis: “Big Sofo” è un fattore, con 22 punti e 10/15 dal campo, con Batista e Barac caricati di falli nella vana speranza di contenerlo. (Serie 1-1)

Ante Tomic, Real Madrid (basketcaffe.com)

Pesante battuta d’arresto anche per il Real Madrid, che cede di schianto nel terzo periodo dopo un avvio di gara all’insegna dell’equilibrio: Omar Cook (20 punti e 5/5 da 3) è la criptonite per la difesa avversaria, mentre Dusko Savanovic somma 10 rimbalzi ai suoi 14 punti, frutto di iniziative nel pitturato alternate sapientemente a tiri dalla lunga distanza. Llull registra 18 punti ma è l’unico dei Blancos a finire in doppia cifra e quando sia Ante Tomic sia Pablo Prigioni sono svagati e poco incisivi per il Real Madrid diventa davvero notte fonda: la squadra di Molin rimane favorita per il passaggio del turno, ma il Valencia riesce ad impattare la serie pur senza incantare e senza aver ancora trovato una apprezzabile continuità di rendimento da parte del proprio tiratore scelto Rafa Martinez e dovendo ancora patire delle lune della propria altalenante frontline Javtokas-Lyshchuk. (Serie 1-1)

Sorte simile tocca al Barcellona: con il Panathinaikos i blaugrana partono subito forte sulle ali di Boniface N’Dong (10 punti in 11 minuti), ma rallentano in maniera pericolosa quando sale di colpi e di intensità l’ex Montepaschi Romain Sato: la completezza del centrafricano è letale per la difesa avversaria, portata in post basso se troppo piccola, punita dal perimetro se lenta e macchinosa. 4 bombe su 5 vanno a bersaglio per Sato, ben spalleggiato dal solito Diamantidis e dal 100% dal campo di Mike Batiste: il Barcellona è tutto nel carisma e nel talento di Juan Carlos Navarro, con Rubio limitato all’ormai abitudinario ruolo di comparsa e con Alan Anderson insolitamente fuori ritmo sia a livello di giocate sia a livello di intensità. (Serie 1-1)

Andrea Samele

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