
Emanuela Orlandi: si segue la pista degli abusi sessuali
Roma - Non conosce una fine il giallo sulla scomparsa di Emanuela Orlandi, la ragazzina di cittadinanza vaticana, scomparsa da Roma in circostanze misteriose il 22 giugno del 1983, all’età di 15 anni.
Dopo la recita della Banda della Magliana, le ipotesi di terrorismo internazionale, di rapimento degli agenti dei servizi segreti con relativo trasferimento in misteriose cliniche e altre spettacolari congetture che hanno riempito le cronache dei giornali italiani, la pista degli abusi sessuali nella scuola che Emanuela Orlandi frequentava sembra essere quella seguita con maggiore costanza dagli inquirenti che indagano sul caso.
E’ stata la stessa magistratura, con la sentenza firmata il 19 dicembre 1997 dall’allora giudice istruttore Adele Rando, a scrivere che il movente politico-terroristico fu “un’abile operazione di dissimulazione dell’effettivo movente del rapimento”.
Una decina di giorni fa infatti sono stati sentiti quattro testimoni che avrebbero tutti confermato come negli anni in cui la giovane frequentava la scuola di musica della basilica di Sant’Apollinare, un loro amico abbia subito ripetuti abusi sessuali da diverse persone collegate tra loro. Tra questi, un professore della scuola – sembra che si tratti di un sacerdote – che aveva anche insegnato a Emanuela prima che sparisse.
Assume sempre più corpo dunque la pista sessuale in questo ultimo troncone dell’inchiesta che da trent’anni cerca di trovare verità sulla misteriosa scomparsa. Emanuela sparì infatti proprio dopo la lezione di musica. Venne riaccompagnata nel complesso della basilica? Venne portata via in auto? O, forse, non uscì mai da Sant’Apollinare? Ancora non ci sono risposte, ma gli inquirenti della quadra mobile della capitale ritengono che, visto il carattere schivo e timido della ragazzina, di certo ad avvicinarla fu qualcuno che lei conosceva bene.
Pietro Orlandi, il fratello di Emanuela, nel frattempo non si dà pace e si dice convinto che la verità non debba essere cercata, ma rivelata. ”Perché sono certo che alla Santa Sede sanno. E sono altrettanto certo che la scomparsa di mia sorella sia legata al Vaticano. E sono autorizzato a pensare questo perché per 30 anni hanno cercato di far dimenticare questa storia, di seppellirla. Non hanno mai collaborato con le autorità. Lo Stato Vaticano ha da sempre rinunciato alla ricerca di una sua innocente cittadina”.
Davide Lopez
@davidelopez1986