
Elezioni presidenziali Corea del Sud, vince Park Geun-hyee
Seoul – Dopo una campagna elettorale lunga e irta di ostacoli – politici e sociali – per i due candidati, si sono chiusi i seggi ai quali ventiquattro milioni di coreani del sud sono stati chiamati per eleggere il nuovo presidente della Repubblica. Park Geun-hyee, figlia del noto generale Park Chung-hee, in rappresentanza del partito di destra Saenuri, ha battuto con il 51,6% dei voti Moon Jae-in, attivista per i diritti umani e candidato della fazione democratica, che ha ottenuto il 48,1% dei seggi. Molto alta, ed è un dato in controtendenza rispetto ai sondaggi, l’affluenza al voto: hanno votato il 75,8% degli aventi diritto.
Park Chung-hee diventa così l’undicesimo presidente della Corea del Sud, prima donna a ricoprire il prestigioso incarico e a occupare gli storici edifici della Cheongwadae, residenza ufficiale del capo della nazione.
Dopo aver vinto le primarie del Saenuri a inizio anno con una percentuale bulgara – quasi il 90% dei consensi erano confluiti su di lei – la Chung-hee ha dovuto affrontare un vero e proprio fuoco incrociato, che le proveniva tanto dagli avversari quanto dalla società civile, capitanata dalla Conferenza Episcopale di Corea, la quale ha più volte invitato i cittadini a votare seguendo criteri di coscienza, preferendo il bene comune alle ambizioni nazionalistiche che, in una zona come la penisola coreana, più volte hanno dato vita a sanguinosi e inutili conflitti tra il nord e il sud di quello che, un tempo, fu un unico popolo e un unico territorio.
Park Geun-hye, 61 anni, ricoprirà l’incarico di presidente per i prossimi cinque anni, non prevedendo infatti la Costituzione la possibilità di doppio mandato per il Daetongnyeong, vocabolo coreano dell’attributo presidenziale.
Stefano Maria Meconi
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