Egitto. Liberi su cauzione i giornalisti di Al Jazeera accusati di terrorismo

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I tre giornalisti sotto accusa per terrorismo (article.wn.com)

Il Cairo – Sono stati rilasciati su cauzione i due giornalisti di Al Jazeera, Mohamed Fahmy e Baher Mohamed, condannati lo scorso mese per violazione dei doveri dell’informazione e divulgazione di notizie false al fine di aiutare un gruppo terroristico. A riferirlo la Bbc.com. La prossima udienza è stata fissata il 23 febbraio. Il processo continua.

La corte di Appello aveva disposto che il processo dovesse essere nuovamente celebrato poiché in prima istanza la corte aveva condannato i due imputati senza prove a sostegno dell’accusa.

Con Fahmy e Mohamed era stato anche incarcerato il collega Peter Greste, australiano, rilasciato una settimana fa ed espulso dal paese in virtù di una legge che consente ai cittadini con passaporto straniero di tornare ai paesi di origine.

In ragione di ciò, anche il giornalista Fahmy, con doppia nazionalità, ha deciso di rinunciare alla cittadinanza egiziana per poter usufruire di un periodo di detenzione in Canada. Fortuna che non è toccata a Mohamed, unico dei tre privo di passaporto straniero.

LA CONDANNA ALLA STAMPA – I giornalisti sono accusati di aver collaborato con i Fratelli Musulmani dopo l’insurrezione dell’esercito contro il presidente Mohammed Morsi nel 2013. I due negano qualsiasi coinvolgimento affermando di essersi limitati a dare la notizia.

Dalla loro, gli accusati hanno la comunità internazionale e la Corte di Cassazione che ha già provveduto ad emettere lo scorso primo gennaio un verdetto in favore degli imputati, affermando che la Corte Penale era stata «frettolosa nel pronunciare il suo verdetto» poiché non era riuscita a dimostrare un reale coinvolgimento degli imputati con la Confraternita di terroristi.

CHI SONO I GIORNALISTIMohamed Fahmy, 40 anni, capo di Al Jazeera versione inglese al Cairo, è egiziano di nascita e poi stabilitosi in Canada con la famiglia, ha lavorato per Cnn e il New York Times riferendo dei fatti che hanno colpito l’Egitto durante e dopo la primavera araba. Un occhio attento il suo, al punto da consentirgli di scrivere un saggio sulla caduta di Hosni Mubarak, Egyptian Freedom Story. Era il 2011. Nel 2014, Fahmy riceve il premio Canadian Committee for World Press Freedom.

Sono parecchie le voci egiziane che si sono alzate in difesa di Fahmy tra cui l’ex segretario della Lega araba Amr Moussa il quale lo ha definito una persona «competente», di assoluta «integrità».

Baher Mohamed, 30 anni, produttore di Al Jazeera, si è laureato all’Università del Cairo nel 2005 e ha collaborato con parecchi media egiziani tra cui il giornale Asahi Shimbun in Giappone dal 2008 al 2013, alla CNN e la Press Tv iraniana di lingua inglese.

Quando Mohamed entrò in Al Jazeera era il maggio 2013 e seguì tutti le azioni che portarono alla caduta di Morsi. Secondo quanto riferisce la Bbc, durante uno degli interrogatori, Mohamed avrebbe affermato che il padre era un membro dei Fratelli Musulmani e aveva cercato di introdurre il figlio tra le fila degli islamisti. Da parte sua, pare che Mohamed abbia rifiutato dicendosi annoiato.

Peter Greste, 48 anni, australiano, ha lavorato per Reuters e Bbc prima di approdare in Al Jazeera occupandosi di Bosnia, Sud Africa, Afghanistan, Messico e Medio Oriente.

Nel 2009 è a Nairobi, Kenya, dove si interessa del Corno d’Africa e della Somalia da cui tirerà fuori il documentario Land of Anarchy che vinse un Peabody Award nel 2011. (Fonte Bbc.com)

Chantal Cresta

Foto || businessinsider.com; article.wn.com

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