
Ebola, quarantena in Sierra Leone, tutti in casa per quattro giorni
La Sierra Leone decide di combattere Ebola con la segregazione domestica: ma l'Oms dubita dell'utilità e continua la battaglia scientifica
Sierra Leone – Uno degli stati più colpiti dalla recente e drammatica epidemia africana di Ebola sceglie la via della quarantena: come ultima misura per combattere il propagarsi della malattia, spesso letale, il governo ha deciso che per quattro giorni tutti gli abitanti della Sierra Leone dovranno rimanere in casa.
CONTAGIO – Ebola allarma, preoccupa, spaventa e uccide. Dal 18 al 21 settembre gli abitanti della Sierra Leone dovranno rimanere in casa: il governo spera che questa misura drastica limiti fortemente l’espansione della malattia e consenta alle forze mediche, aiutate anche dalle organizzazioni internazionali, di combattere efficacemente l’epidemia.
CONTESTAZIONI IN VISTA – La Bbc e il Guardian sono stati i primi media occidentali a riportare la notizia. L’emittente di stato britannica ha anche sollevato dubbi, sia sulla riuscita e sull’utilità della misura, sia sull’opportunità di rinchiudere in casa un intero paese: «l’obbligo di residenza rischia di sollevare questioni relative ai diritti umani, oltre a innescare manifestazioni violente» avrebbe commentato la Bbc, secondo quanto riportato dall’Ansa.
PARERI OPPOSTI – La Sierra Leone non è alla prima iniziativa di questo genere: a luglio il governo aveva dichiarato la “giornata della permanenza a casa”, sempre per ridurre i rischi di contagio da Ebola. I dubbi sull’efficacia arrivano anche da altri stati africani: la Nigeria ha infatti deciso di riaprire le scuole, che erano state chiuse fin dall’inizio dell’epidemia.
CURE ATTIVE – L’Oms ha deciso di investire sulle trasfusioni, in attesa che la ricerca presenti soluzioni più innovative; secondo gli esperti, iniettare nei malati sangue estratto da pazienti già guariti dovrebbe facilitare la battaglia contro il virus, poiché si sfrutteranno gli anticorpi già presenti nei donatori.
I potenziali vaccini, invece, sono sotto fase di test: l’urgenza ha dettato ritmi stringenti per i passaggi dei trial clinici, ma ci sono ancora dubbi sulla reale efficacia di questi sistemi, la cui validità è tutta da provare.
EUROPA AL SICURO? – In Europa i casi di Ebola sono ancora dubbi, incerti e isolati: nessuno ha contratto la malattia sul suolo del Vecchio continente e i viaggiatori in arrivo sono stati prontamente isolati. Il periodo di incubazione di Ebola supera le due settimane e questo scarta tutti i canali dell’immigrazione “clandestina” per il propagarsi del virus in Europa; quei viaggi, infatti, durano raramente meno di alcuni mesi e mai così poco da consentire a un portatore ancora sano di manifestare i sintomi solo una volta arrivato. A preoccupare, invece, sono i viaggia di affari e le vacanze, che spesso hanno durate compatibili con l’incubazione: a ribadirlo è stato anche oggi il Centro europeo per il controllo delle malattie (Ecdc).
Andrea Bosio
@AndreaNickBosio