Dotcom: no alla pistola ‘Liberator’

liberator

Un'immagine di 'Liberator' (foto via: www.extremetech.com)

Stati Uniti - Kim Dotcom, il boss del sito Mega, ha cambiato idea decidendo di non appoggiare la libera circolazione dei contenuti stampabili dal sito Defcad.org., per la stampa 3D dei componenti della pistola plastificata “Liberator”, prodotta e immessa sul mercato pochi giorni fa da Defense Distributed. Nonostante la sua grande passione por le armi da fuoco, Dotcom ha valutato la possibilità che ogni persona si stampi le proprie armi da casa «una seria minaccia alla sicurezza».

«Credo rappresenti una seria minaccia alla sicurezza degli utenti nella nostra comunità. – ha dichiarato Dotcom in un comunicato diramato alla stampa – Credo sia inquietante che le persone siano in grado di stamparsi le proprie armi in tre dimensioni, con la possibilità di sfuggire persino ai metal detector. Questa situazione dovrebbe rappresentare un problema per chiunque».

Nel frattempo, con oltre 100mila download in poco più di due giorni dalla prima pubblicazione del file CAD relativo al modello “Liberator”, Defense Distributed ha ottenuto un sorprendente successo con l’appoggio della stessa piattaforma di proprietà di Kim Dotcom, inizialmente restio alla rimozione chiesta dai vertici dello State Department Office of Defense Trade Controls Compliance per la presunta violazione delle norme relative al traffico internazionale di armi. Il Dipartimento di Stato Americano ha infatti imposto l’eliminazione di tutti i file della Liberator, sottolineando le violazioni che il progetto commette nei confronti del Traffic in Arms Regulations, potendo l’arma essere prodotta senza il controllo federale e non potendo essere riconosciuta dai metal detector.

In tutta risposta Cody Wilson, fondatore di Defense Distributed, ha dichiarato di non aver assolutamente infranto la legge, avendo ottenuto i permessi necessari per realizzare e vendere questo progetto. In attesa di ulteriori sviluppi della vicenda, la circolazione delle armi negli Stati Uniti continua a rappresentare un complicato problema per l’amministrazione Obama.

Alberto Staiz

Foto homepage: www.extremetech.com

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