Don’t cry “four” me Argentina: la Germania schianta Maradona

L’undici di Loew dà una lezione di tattica e agonismo agli argentini, che si sentivano campioni del mondo in pectore. Il mix vincente della Germania: superlativo il 20enne Muller, eterno il veterano Klose. Giallo Argentina: i giocatori si danno la carica sotto il tunnel e allontanano bruscamente una telecamera. Cosa (non) avrà detto Maradona negli spogliatoi?

di Francesco Guarino

ARGENTINA – GERMANIA 0-4: Müller (G) 3′p.t.; Klose (G) 22′ e 44′ s.t.,  Friedrich (G) 29′s.t.

Joachim Löw, c.t. della Germania (thetactician.com)

In questa maniera non se l’aspettava proprio nessuno. Pochi avrebbero firmato per una vittoria facile dell’Argentina, ma nessuno avrebbe puntato un solo euro su un poker tedesco alla Seleçion. E invece la corazzata tedesca guidata da Joachim Löw ha marciato indisturbata nelle pampas, facendo incetta di reti tra le immense distese verdi del Green Point Stadium, abbandonate al proprio destino dalla imbarazzante difesa argentina. Quattroazero, da leggere tutto d’un fiato. Un risultato che farà storia.

FENOMENO MÜLLER – Al fischio d’inizio la Germania schiera 6 uomini su 11 che hanno meno di 25 anni. Neuer (’86), Boateng (’88), Khedira (’87), Ozil (’88), Muller (’89), Podolski (’85). Durante la partita entreranno Jansen (’85) e Kroos (’90!). La forza tedesca sta innanzitutto nell’inesauribile motore dei suoi baby-nazionali: l’Argentina riesce ad alzare il forcing solo ad inizio secondo tempo, ma dopo ogni marcatura è sempre e comunque la Germania a rincorrere gli avversari sin nella propria metà campo, a rintuzzare gli attacchi e a rilanciare in contropiede la manovra. I due gol di Klose (14 reti nella sua storia ai mondiali, come il connazionale Gerd Müller) arrivano entrambi in contropiede, quasi in fotocopia. Un altro Müller, invece, è la mente di questa squadra: il giovanissimo Thomas, regista del Bayern Monaco, che sblocca il risultato dopo soli 3 minuti con una impercettibile deviazione di testa che fa fare una figuraccia a Romero. Corsa, agonismo e visione di gioco: in quella posizione la Germania avrebbe dovuto avere il più roccioso e meno rapido Ballack, il capitano infortunatosi alla vigilia della rassegna sudafricana. Nessuno sta sentendo la sua mancanza.

Leo Messi: è stata una partita terribile per lui (premieryligadechampions.com)

ARGENTINA NON PERVENUTA – L’Argentina quasi imbarazza per la pochezza dimostrata in campo: Messi oscilla tra l’out di destra nel primo tempo e quello di sinistra nel secondo,  per concludere il match nell’anarchia tattica più totale. Nulla lo desterà dal torpore. Mertesacker ne mortifica fisicamente gli sforzi nell’uno contro uno, Boateng gli tiene botta anche tecnicamente. È una Germania da sogno, troppo bella per essere vera, anche se quella che ha di fronte è la fotocopia sbiadita dell’Argentina di domenica scorsa. Solo Di Maria prova ad inventare qualcosa sulla destra, ma, quando la palla arriva al centro dell’area tedesca, davanti a Neuer sembra essere improvvisamente risorto dalle ceneri il muro di Berlino. Dal suo canto Maradona è rimasto imbalsamato in campo dal gol dello svantaggio sino alla fine: il c.t. argentino ha palesato nell’occasione tutti i suoi limiti in panchina, dando la netta impressione di non avere la minima idea sul come risollevare o scuotere la squadra.

GIALLO NEL TUNNEL, POI IL TRACOLLO - Nell’intervallo un curioso siparietto cattura l’attenzione delle telecamere: i giocatori dell’Argentina si stringono a cerchio per parlare, mentre Mascherano allontana bruscamente l’operatore autorizzato a riprendere nel tunnel. È strano che un “rito” del genere avvenga proprio lì, al riparo dagli occhi dei tifosi e, probabilmente, anche da quelli del mister. L’impressione è che il carisma di Maradona si sia sciolto alla prima vera difficoltà e che i giocatori abbiano voluto e dovuto fare da sé anche per rinfrancarsi prima di tornare in campo. I secondi 45 minuti sono stati ugualmente un inferno per i Diego-boys: l’armata tedesca ha rintuzzato facilmente i dieci sterili minuti di pressing argentino, prima di lanciare la controffensiva. Al 22’ Müller serve Podolski da terra, il polacco di Germania vede Klose solo in mezzo all’area e gli recapita la palla a un metro dalla linea di porta. Minuto 29, slalom imbarazzante di Schweinsteiger che ridicolizza la difesa argentina, palla al centro a Friedrich che realizza il suo primo gol in nazionale alla gara numero 77. La Seleçion dovrebbe provare almeno a salvare l’orgoglio, ma né Pastore, né Aguero (subentrato inspiegabilmente a Di Maria, migliore in campo) riescono a fare nulla. A un minuto dalla fine la Germania cala persino il poker con Klose, che di piatto conclude alle spalle di Romero l’ennesimo contropiede spezzacaviglie dei teutonici. L’agonia di Messi si consuma con due tiri centrali parati da Neuer: per il Pallone d’Oro neanche un gol in questo mondiale. Unica nota dolentissima per i tedeschi è l’ammonizione del gioiello Müller: diffidato, salterà la semifinale con la vincente di Spagna-Paraguay. La Germania detiene contemporaneamente i titoli europei under 17, 19 e 21 ed ha raggiunto la semifinale con una squadra la cui età media è di 24 anni e 96 giorni. Comunque vada, è iniziata una nuova era nel calcio mondiale.

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3 Risponde a Don’t cry “four” me Argentina: la Germania schianta Maradona

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    Luca 03/07/2010 a 21:03

    I Tedeschi sono i soliti insopportabili nazionalisti… Battere 4 a 0 l’Argentina è abbastanza per godersi la vittoria, senza bisogno di sfottere l’avversario… E invece, apri il sito della bild e parte “Don’t cry for me Argentina”… Mi fanno venire il vomito… Che l’Italia sia uscita, di per sè non mi ha fatto poi tanto male, ma prendersi beffe così degli sconfitti è proprio degno dello spirito germanico, che tante “gioie” ha regalato all’Umanità nel secolo scorso… So bene che il paragone è azzardato e irrispettoso, ma quello che intendo dire è che i tedeschi sono semplicemente fatti così… Nessun rispetto per chi non parla tedesco. “Uber alles” la dice lunga sul concetto che hanno di loro stessi… Mi fanno vomitare… E non sono argentino, non sono di Napoli… Sono uno che ci ha avuto a che fare… In confronto i Francesi, tanto vituperati per il loro sciovinismo, sono agnellini. E no, non sono nemmeno francese… Sono un italiano. E non sopporto la prepotenza dei tedeschi. Se avessero un po’ di decenza, se ne dovrebbero star zitti di qui all’eternità dopo le miriadi di figure di m… che hanno fatto, quando non sono scaduti in proggetti criminali di sterminio di massa.. Un intera Nazione, non 4 pazzi.. Un intera nazione. Bah… Se li conosci, li eviti..

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    Luca 03/07/2010 a 21:03

    erata corrige: progetti

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    Francesco Guarino 04/07/2010 a 08:53

    La Germania cova la serpe in seno da 4 anni, dall’eliminazione in semifinale al Mondiale di “casa”. Non a caso ha iniziato il mondiale invadendo la rete con la canzone «Nur Italien nicht!», la solita filippica contro i luoghi comuni calcistici dell’Italia. Non vale la pena di addentrarsi in discorsi etici o politici che meriterebbero approfondimenti in posti ben più adeguati che nella sezione dei commenti di una partita del Mondiale: limitandoci alle nostre competenze sportive non possiamo esimerci dal dire che la Germania vista ieri in campo ha dato sicuramente la conferma che nel calcio moderno non ci si può limitare a mettere in campo 10 uomini dai piedi buoni. Servono gambe, vigore, agonismo. I tedeschi non fanno nulla di speciale, non saltano quasi mai l’uomo nell’uno contro uno, ma sono incredibilmente efficaci nei fondamentali, che nel calcio moderno stanno sempre più sparendo nei confronti dell’intuizione geniale. E quell’età media è un campanello d’allarme per tutto il nostro scarno settore giovanile…

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