
Derby di Roma: a chi il prossimo psicodramma?
Sono passati solamente due anni dall’ultima volta che si giocò un derby decisivo alla fine di maggio. Era la finale di Coppa Italia 2013 e a festeggiare furono i tifosi laziali che, simbolicamente, chiusero la prima (disastrosa) fase della gestione americana della Roma. In questi 24 mesi sono successe tantissime cose. La Roma ha preso un allenatore francese semisconosciuto che ha stupito tutti. Dopo una sera in cui Totti e compagni giocarono alla pari contro il Manchester City all’Etihad Stadium sembrò quasi che la Roma fosse arrivata allo stesso livello delle grandi d’Europa. Ci pensarono Guardiola e il suo Bayern Monaco a far riportare la Curva Sud con i piedi per terra. Da quel giorno tutto è andato per il verso sbagliato e oggi la Roma è in piena crisi d’identità. La Lazio, invece, evidentemente festeggiò troppo perché la stagione successiva alla cosiddetta “Coppa in faccia” fu a dir poco anonima. Stefano Pioli ha fatto tornare a sognare la Curva Nord, con una stagione a dir poco strepitosa. Lunedì le due squadre torneranno ad affrontarsi. Solo una cosa è certa: a Roma chi perde il derby entra poi in una fase di autentico psicodramma. A chi toccherò questa volta?
ONLY THE BRAVE - Nel derby d’andata venne premiata la squadra che osò di più. Nel primo tempo la Lazio e nel secondo la Roma. Ma mentre i biancocelesti sono gli stessi di metà gennaio, la Roma è diversa. Già, perché il derby d’andata fu la dimostrazione di quanto è importante per questa squadra un certo Kevin Strootman. Giocò un solo tempo e fu comunque decisivo nel riacciuffare il risultato. Strootman lunedì non ci sarà, come tutti i lunedì fino alla fine di luglio. Chi potrà sostituirlo? Se la Roma decidesse di non giocare con il 4-3-3 ma con il trequartista, allora un ruolo fondamentale nel creare gioco e fornire assist ce lo potrebbe avere il bosniaco Miralem Pjanic, il giocatore dal tasso tecnico più elevato a disposizione di Rudi Garcia. Dopo il numero 10, ça va sans dire.
CHI SEGNA? - C’è però un problema. Pjanic e capitan Totti (che al 99% partirà titolare) quando giocano insieme spesso si pestano i piedi visto che occupano la stessa zona del campo. Un modo per uscirne c’è: far giocare Totti da puro centravanti. L’ultima volta che lo ha fatto è stato proprio nel derby d’andata quando segnò una doppietta culminata nel selfie davanti alla Curva Sud che fece il giro del mondo. Se sarà così, allora verrebbe definitivamente bocciato Seydou Doumbia, che centravanti lo è davvero. O meglio, lo sarebbe. Visti gli scarsissimi risultati visti da gennaio ad oggi, infatti, appare legittimo chiedersi se le braccia del giocatore ivoriano non siano rubate all’agricoltura.
OBBLIGATI A VINCERE - Ma a prescindere dalle contromosse tattiche che Garcia potrà attuare, è evidente che a partire favorita in questo derby è la Lazio. E non tanto per il valore della rosa, ma perché è una squadra che vive un gran momento di forma. La Roma, invece, ha dei problemi fisici notevoli. Non riesce quasi mai ad essere una squadra corta e ad aumentare fortemente ritmi ed intensità alla partita. L’unico vantaggio che ha la Roma è che si può permettere di pareggiare, la Lazio assolutamente no. Per questo non bisognerebbe stupirsi troppo se la Roma decidesse di aspettare i biancocelesti nella propria metà campa per ripartire in contropiede con giocatori veloci come Florenzi, Ibarbo e Iturbe, quest’ultimo magari a partita in corso.
Il derby di Roma è una partita veramente fuori da ogni logica. Spesso e volentieri segnano i giocatori che nessuno si aspetta e i favoriti non vincono quasi mai. Ogni derby è un nuovo capitolo di un lungo romanzo. Chi sarà il protagonista delle prossime pagine?
Giacomo Cangi
foto: Serie A TIM; Rete Sport