Da Bacon ai Beatles. Nuove immagini in Europa negli anni del rock

Milano – L’arte europea negli anni del rock viene rievocata nella singolare mostra Da Bacon ai Beatles. Nuove Immagini in Europa negli anni del rock, aperta alla Permanente fino al 12 febbraio.

Il percorso mira a rievocare l’atmosfera dei “favolosi anni sessanta” celebrata a suo tempo dalla grande mostra New Images of man allestita nel 1959 al Moma di New York. Sono così esposte 70 opere, tra dipinti e sculture, che videro la luce a cavallo tra la fine degli anni Cinquanta ed i Sessanta del Novecento, prestate da collezioni pubbliche e private italiane e straniere.

I visitatori, muniti di cuffie dalle quali possono ascoltare la musica di quegli stessi anni, possono percorrere un viaggio tra gli esordi di Elvis Presley nel 1954 e l’uscita di Let it be, l’ultimo album dei Beatles, prima di sciogliersi nel 1970.

Presente anche un esemplare della serie di stampe Swinging London di Richard Hamilton, ispirata all’arresto del mercante Robert Fraser insieme a Mick Jagger per possesso di droga.

Hamilton legò altre volte il suo nome alla scena musicale dell’epoca per l’amicizia con Paul McCartney e la realizzazione della copertina del White Album dei Beatles pubblicato nel 1968.

Gli artisti presenti sono in totale 44, accomunati delle ricerche relative alla scomposizione delle figura umana. Ne furono iniziatori Francis Bacon nella pittura e Alberto Giacometti nella scultura.

Si prosegue con la Art Brut di Jean Dubuffet; PierreAlechinsky, Karel Appel, Asger Jorn, esponenti del Gruppo Cobra (dalle iniziale delle loro città, Copenaghen, Bruxelles e Amsterdam) dal quale emerge un’analoga attenzione per la stratificazione ottica della realtà: strati di memorie che, nelle opere esposte, si sommano e sovrappongono, e in cui si accavallano – a volte con ritmo serrato – visioni, luoghi, oggetti e corpi.

A loro si unirono, in quelli che passarono allo storia come i “ruggenti anni Sessanta”, i giovani inglesi Richard Hamilton, David Hockney e soprattutto Peter Blake, che sconfinò nella musica come autore di Sgt. Pepper, realizzata su suggerimento di Paul McCartney e vincitrice nel 1968 del Premio Grammy per la migliore copertina di disco dell’anno.

E poi, dalla Francia di Errò, Arroyo o Samuel Buri, si passa con un occhio di riguardo alla storia italiana, da Schifano ad Adami, da Romagnoni a Baj, autore di uno dei capolavori degli anni ’60, I funerali dell’anarchico Pinelli.

La vicenda italiana vissuta in stretto dialogo con il movimento di respiro europeo (ampiamente rappresentato in mostra) ha visto come vetrina importante lo storico Premio Lissone che, fra il 1946 e il 1967, fu osservatorio privilegiato delle novità in circolo nel mondo dell’arte internazionale.

L’arte ai tempi del rock, da vivere ascoltandone la colonna sonora: una mostra innovativa che proietta lo spettatore in uno spazio iconico evidente, fatto di opere Pop e di grandi ritratti delle leggende della musica rock. Dai Pink Floyd ai Doors, e i Velvet Underground, le note viaggiano così assieme alle immagini, in un tempo in cui arte e rock andavano a braccetto nel tentativo utopistico di cambiare il mondo.

Natalia Radicchio

Foto| via www.lamusicarock.com

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