
Crollano i prezzi in Europa, ecco la deflazione
Deflazione in Europa, prezzi a picco in tutte le nazioni dell'Unione: il problema sarà affrontato dalla Bce, in attesa di capire la tendenza generale
Bruxelles – L’arrivo della deflazione nell’Eurozona è ora ufficiale: secondo i dati Eurostat, i prezzi nella zona Euro hanno subito nel mese di novembre un calo dello 0,2%, portando il dato annuo a un magro +0,2%. Il dato si sposa con quello italiano dell’Istat, che ha segnalato un’inflazione nulla per le stime di dicembre; in entrambi i casi, questo sembra essere il peggiore periodo dal 1959 a oggi.
EUROZONA – La stima flash di Eurostat potrebbe scuotere a lungo i mercati: a pesare in particolare sul calo dei prezzi è soprattutto il crollo dell’energia, al -6,3%, mentre sembrerebbero stabili cibo, alcool e tabacco. Il dato di per sé non sarebbe eccessivamente negativo – periodi di deflazione mensile ci furono anche nel 2009 – ma la preoccupazione è che possa stabilizzarsi e diventare una tendenza che segnerebbe l’intero 2015 e i futuri sviluppi economici globali. Il compito di verifica, controllo e risposta al fenomeno spetta alla Bce, incaricata di contenere l’inflazione in campo positivo ma al di sotto del 2%; un possibile risposa di Mario Draghi potrebbe essere il quantitative easging, l’acquisto di titoli di stato dal mercato secondario, che fornirebbe ulteriori liquidi alla zona euro e frenare la deflazione.
ITALIA – Le stime dell’Istat per dicembre non sono affatto positive: se la somma è vicina allo zero, a crollare è soprattutto il prezzo dei carburanti (-7,5% in un anno per la benzina), il paniere “carrello della pesa” – gli acquisti di base per beni alimentari, cura della casa e della persona – cala dello 0,2% annuo, crollando dal +0,4% che segnava nelle stime di fine novembre. Proprio per l’Italia questo è il minimo da oltre cinquant’anni: era il 1959 quando i dati Istat fecero segnare un calo dei prezzi ancora più cospicuo, ma erano davvero altri tempi.
GLI ALTRI – Tenendo conto del dato generale dell’Eurozona, anche i nostri partner europei non stanno meglio di noi; la Germania, in questi anni locomotiva dell’Unione, segna un modestissimo +0,5%, anch’essa colpita dal crollo dei prezzi dell’energia, che tira con sé la deflazione. La Spagna, invece, paga ancora di più: a Madrid l’indice ha fatto segnare un drammatico -0,4%, che porta il dato annuale al -1,1%. L’appuntameto per le prime idee sulla soluzione del problema è il 22 gennaio, a Francoforte, con il Consiglio direttivo della Bce.
Andrea Bosio
@AndreaNickBosio