
VIDEO – Crisi, ecco come è fatta la pazza Italia che resisterà all’Europa
Roma – Quanta energia nello spirito italiano. Roba capace di abbattere qualsiasi rigidità e spazzar via persino l’angoscia per i destini dell’Europa. Una prova?
Palazzo Chigi. Nel cortile d’onore è in corso la conferenza stampa internazionale tra il presidente del Consiglio Mario Monti e il premier francese François Hollande. Il tema dell’incontro è cocente: rinsaldare l’intesa franco-italica in previsione del vertice Ue del prossimo 28 giugno. Un incontro determinate per il futuro di tutta l’Unione dal quale sarà fondamentale tracciare una linea definitiva di misure per la crescita del Vecchio Continente e capire quale sarà la sorte di nazioni come Grecia, Spagna ma anche Italia. Poi, un boato.
Il nazionale Andrea Pirlo ha fatto goal contro la Croazia. Il pareggio della partita dell’Europeo di Polonia-Ucraina sarebbe arrivato poco dopo. Intanto però, la speranza di vincere 1-0 è tangibile. I tifosi gemono di gioia. Palazzo Chigi non è da meno. Dimentico di essere luogo delle Istituzioni si fa salotto d’Italia. Dipendenti e funzionari – evidentemente assiepati intorno ad Ipad e TV, alla faccia del cerimoniale diplomatico – cacciano l’urlo dell’esultanza. Hollande è attonito. Monti rigido. Poi un sorriso illumina il volto del secondo che spiega al primo: ‹‹Signor presidente, c’è una partita…››.
Eccolo qui lo spirito italiano: dissacrante, divertente, irruente, coraggioso. Magari incurante degli effetti ma capace ancora di rendersi spensierato il che – nell’attuale congiuntura storico-economica – non è poco. E non è vero che siamo un popolo di Fantozzi appeso alla radiolina. Che il senso della nazione lo si ritrova solo in nazionale e tanti saluti al resto. Vero invece che di altro si parla poco e chissà perché. Vero che spesso sono gli stessi italiani a preferire l’autolesionismo invece che valorizzarsi.
Per esempio, poco o niente si è detto delle celebrazioni per i 151 anni della Marina Militare e i 50 anni della Scuola navale Francesco Morisini, festeggiati 6 giorni fa a Piazza San Marco a Venezia. Una parata che ha visto il Capo dello Stato, Giorgio Napolitano, davanti ai compagni d’armi dei due marò detenuti in India. Quei Massimiliano Latorre e Salvatore Girone che sono eroi due volte: la prima per essere cittadini al servizio dei cittadini italiani e poi per essere stati incarcerati illegalmente e ingiustamente per aver compiuto il loro dovere. E vai a capire perché i media non hanno dato enfasi alle parole del ministro della Difesa, Giampaolo di Paola, che ai due militari ha dedicato la piazza, all’appauso scrosciante del pubblico presente e ai fiocchi gialli segno di solidarietà e attesa della loro liberazione.
Parliamo di imprese. Se l’assetto economico nazionale tiene malgrado gli scossoni delle Borse e la cura tassaiola di Monti è grazie ad un’industria manifatturiera ancora al secondo posto nell’export. Un caposaldo reso possibile dalle stesse aziende che, in 20 anni, hanno investito in tecnologie, know-how, innovazione. Coraggiosamente. Non tanto per il confronto con il mercato che sempre riescono ad ammaliare, ma per averlo fatto malgrado l’asfissiante sistema burocratico italiano. Un colosso teso a controllare ogni spiraglio della vita della nazione in teoria per garantirla, in pratica per ingessarla al punto da rendere quasi impossibile il movimento.
Chi cerca di fare impresa oggi lo sa bene, soprattutto se giovane, specie se creditore dello Stato: ogni onere è suo. E poiché una riforma del sistema bancario pare impossibile, si continuerà ad aver bisogno di una generosa dose di pazzia per desiderare di avviare qualsiasi attività commerciale nel territorio. Che pur nel sangue italico non manca.
Ecco perché le rigidità europiste di Monti pesano tanto e il suo amore per la pedanteria tedesca ha il sapore del tradimento. Preferire il grigiore delle giacche della Merkel all’irruente innocenza di un boato equivale a preferire il pareggio di bilancio alla crescita. Due cose che potrebbero andare d’accordo se solo la si piantasse di contrapporle nel tentativo di conciliarle. Se solo si stabilisse che la prima è subordinata alla seconda e che la seconda non può essere condotta da una Germania in preda a brame allucinatorie coloniali-imperialiste.
Il vertice Monti-Hollande è andato bene. Pare sia stato affrontato anche il tema degli eurobond. La partita meno. Monti ha spiegato che è un ‹‹momento cruciale per il mondo e per l’Unione Europea››. Cesare Prandelli, c.t. della nazionale, ha commentato il pareggio affermando che ‹‹Ci siamo e lotteremo fino alla fine››. E allora eccolo qui lo spirito nazionale, sintetizzato in poche battute: il momento è cruciale e noi lotteremo fino alla fine.
Chantal Cresta
Foto || ansa.it