
Congo, la guerra senza fine
Una terra martoriata dalla brutalità della guerra sullo sfondo degli interessi economici
di Claudia Landolfi
R.D.Congo - C’è chi la chiama guerra civile, chi la definisce “la guerra mondiale africana”, quel che è certo è che nella storia di questo Paese la parola pace ancora deve essere scritta. Quella che devasta il Congo è una guerra interminabile. Non è facile neanche immaginare cosa stia accadendo su quelle terre. Le scarse e contrastanti informazioni che circolano intorno alla vicenda difficilmente riescono a rendere un quadro unitario d’insieme. Se parte della storia la descrive come “guerra di etnie”, voci della controinformazione vanno ben al di là di questa narrativa, raccontando una storia immancabilmente viziata ed alimentata dal segno della colonizzazione occidentale, attualmente pilotata dai giganteschi interessi mossi dal mercato delle grandi multinazionali.
STORIA – Come molti dei Paesi terzomondistici, anche la storia del Congo è stata segnata dagli effetti della colonizzazione prima e decolonizzazione poi. Le conseguenze che questa occupazione ha avuto ha dato esiti oltre che devastanti anche decisivi sull’andamento storico-politico del Paese. Dopo un lungo periodo di stanziamento dei bianchi, iniziato alla fine dell’800 e giunto all’annessione del Congo come colonia belga, il Paese raggiunge finalmente lo Stato di indipendenza nel 1960. Questo processo di autonomizzazione si verifica però non come un graduale processo di destituzione del potere, ma piuttosto come uno svuotamento delle forze amministrative straniere, abbandonando così il Paese unicamente a se stesso.
Da allora il Congo è passato sotto l’assedio di due dittature che si sono praticamente successe l’una all’altra, regime Mobutu 1965-1997 e regime Laurent Kabila 1997-2001. Contemporaneamente il Paese è stato teatro di due grandi guerre, sicuramente tra le più feroci combattute nella zona dell’Africa Centrale e questo perché durante questi anni, forze armate secessioniste, si sono scontrate per ottenere il controllo del territorio. La prima fu capeggiata da Laurent Kabila, che raccolse intorno a sé eserciti ribelli ruandesi ed ugandesi grazie ai quali riuscì a rovesciare il governo Mobutu (1996-1997). Allo stesso modo nel 1998 una nuova e violenta guerra si apriva sotto la spinta dei ribelli Tutsi, a loro volta spalleggiati da Angola, Namibia e Zimbabwe, conclusasi nel 2001 con l’assassinio di Kabilia, al quale successe il figlio Joseph Kabilia. Ancora oggi non si è riuscito a costituire un potere centrale riconosciuto in tutto il territorio. Dopo un periodo di transizione nel 2003 è stato ufficialmente riconosciuto il nuovo governo di J.Kabilia, ma quello che doveva essere l’inizio quantomeno di una tregua si è trasformata nell’ennesima scissione tra fazioni opposte.
SITUAZIONE ATTUALE – Oggi le terre del Congo continuano ad essere martoriate da azioni di guerriglia. Nonostante il governo inaugurato nel 2003, diversi fazioni di ribelli continuano ad opporsi ad esso. Guerriglieri Tutsi del “Raggruppamento Congolese per la Democrazia” (Rcd), appoggiati dal Ruanda, ed il “Movimento di Liberazione del Congo” (Mlc), sostenuto dall’Uganda, non hanno rinunciato all’idea di esercitare un ruolo centrale nella sfera economico-governativa del Paese. Ad essere più colpita è la parte orientale, in particolar modo la zona di Kivu, ricca di preziose risorse. È qui che si registrano sporadici scontri tra gli uomini del Rcd-Goma e le milizie Mayi-Mayi, che operano anche nel Katanga con attacchi frequenti alle truppe regolari congolesi. A sostenere il governo centrale, oltre al regolare esercito di bandiera, si sono schierati Angola, Namibia e Zimbabwe, nonché varie milizie filo-governative (Mayi-Mayi e Hutu Interahamwe).
Share and Enjoy
1 2