Concorso scuola 2012. Giusta la scelta di Profumo o la protesta dei precari?

Concorso scuole 2012, protesta precari Roma, ministro Profumo abolizione graduatorie

La manifestazione dei precari che si è tenuta sabato a Roma

Roma – Il giorno è finalmente arrivato. Dopo più di dieci anni è uscito il bando che conferisce 11.542 posti nelle scuole per gli insegnati. Una parte delle cattedre (7531) saranno occupate a partire dall’anno scolastico 2013-2014, quella restante (4.191) dal 2014-2015.

Delle modalità già se ne è parlato parecchio durante l’estate, dopo che il ministro dell’Istruzione, Francesco Profumo, aveva reso pubblica la notizia: una prova preselettiva (50 domande a risposta multipla), per venire incontro all’elevato numero di domande previste (si parla di circa 160.000 partecipanti); una prova scritta prevista per gennaio con quesiti a risposta aperta; e, infine, una prova orale vero marzo-giugno, consistente in una lezione simulata e successivo colloquio.

L’intenzione del ministro Profumo è quello di risolvere il problema, ormai trentennale, del precariato nelle scuole, ma, soprattutto, mettere la parola fine a quella graduatoria dove da anni molti insegnanti abilitati sono impantanati, costretti a scalare la vetta tramite le supplenze.

Da questo momento in poi per ottenere una cattedra, niente più punteggi e graduatorie, ma si assegnano i posti disponibili esclusivamente tramite concorsi. E che fine faranno quei precari in attesa di una chiamata di ruolo da anni? Lo stesso ministro rassicura che  la priorità è proprio far diminuire gradualmente la lunga fila d’insegnanti in lista d’attesa, l’importante è non crearne delle nuove. Questo è possibile, sempre secondo le parole di Profumo, «perché il 50% dei posti sarà coperto attingendo da lì e un altro 50% attraverso il concorso». Concorsi che, in linea teorica, da questo momento in poi si dovrebbero tenere ogni due anni. Un’altra rassicurazione nei confronti dei precari: «Ai concorsi naturalmente potranno partecipare anche persone provenienti dalle graduatorie, le quali quindi avranno un’opportunità in più» dichiara il ministro dell’Istruzione.

L’ottimismo di quest’ultimo, però, non trova riscontri proprio sul fronte dei precari. Già si erano sollevate le prime proteste ad agosto, per poi raggiungere il culmine lo scorso sabato con un corteo organizzato a Roma, appoggiato dalla Flc Cgil, i Cobas e gli studenti.

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Il ministro dell'Istruzione Francesco Profumo

Il motivo della protesta? Il fatto che con l’indizione di questo concorso, i precari rischiano di aggravare la loro situazione, visto che potranno parteciparvi anche coloro che, laureati, non hanno dovuto fare il loro medesimo percorso, costituito, in molti casi, da eterne supplenze anche in luoghi sperduti e lontani da casa. Bisogna anche aggiungere che la maggior parte dei precari già aveva partecipato al concorso del 1999, ottenendo l’abilitazione e conseguente inserimento nella famosa graduatoria. Altri hanno sostenuto i cosiddetti SSIS (scuola di specializzazione a numero chiuso della durata di due anni al cui termine era previsto un esame di Stato). Morale della favola? Giustamente non accettano di dover partecipare a questo concorso, visto che la loro idoneità all’insegnamento è comprovata dall’esperienza sul campo e dai titoli conseguiti. Nella situazione attuale la possibilità di non passare e ritrovarsi di nuovo senza impiego è alta. I precari sono convinti di avere il diritto di precedenza, soprattutto dopo le promesse che gli sono state fatte in tutti questi anni di permanenza in graduatoria, in attesa della tanto agognata stabilità lavorativa. A far scoppiare le polemiche sono, soprattutto, i requisiti: coloro che sono in possesso di abilitazione; docenti in possesso di laurea conseguita entro il 2001/2002 per i corsi quadriennali, 2002/03 per i corsi quinquennali e 2003/04 per i corsi di 6 anni, diplomati (ISEF, Conservatori, Accademie) che hanno conseguito i diplomi entro l’anno in cui si conclude il periodo prescritto dal relativo piano di studi a decorrere dall’anno accademico 1998/99.

protesta precari scuolaLe proteste dei precariati, quindi, sono anche condivisibili. La questione è un’altra: se da un punto di vista umano la priorità dovrebbero averla loro, così facendo si risolverebbe il problema? Fino ad un certo punto. Se si continuano a basare le assunzioni su queste graduatorie, non terminerebbe quel circolo vizioso che va avanti da anni: quelli in attesa, come promesso, verranno assunti, i giovani, invece, dovranno aspettare.

Spesso per trovare una soluzione bisogna sacrificare qualcosa. Ora non si vuole così affermare che l’idea di Profumo sia quella perfetta, ma è già un passo verso l’abolizione di questa graduatoria che negli anni non ha fatto che peggiorare lo status professionale di quelli che vogliono insegnare nelle scuole. L’idea di assegnare posti soltanto tramite un concorso per titoli ed esami è la giusta via da intraprendere, e prima o poi qualcuno doveva farlo, non si può aspettare più di tanto. Quanto tempo sarebbe occorso per poter dare lavoro a tutti i nominativi presenti in graduatoria? A quel punto bisognerebbe anche bloccare l’accesso a quest’ultima, creando, paradossalmente, una graduatoria nella graduatoria: una per i precari in attesa d’assunzione, l’altra che come si potrebbe definire? “Laureati con il desiderio d’insegnare”?

C’è chi afferma che dando spazio ai giovani ci sarà un miglioramento dell’offerta didattica per gli studenti e un rapporto migliore grazie alla scarsa differenza anagrafica. Osservazione opinabile: ci sono molti precari anche di età avanzata che sono da reputare comunque validi e in grado di stare al passo con i tempi. Qui il discorso è un altro. Prima di tutto viene dato spazio ai giovani, anche se qui il concetto di “giovane” è abbastanza relativo. Una persona che si è laureata nel 2001, per esempio, a 23 anni, attualmente ne ha 34. Indubbiamente non si può considerare anziana, sicuramente meno vecchia di molti che sono in graduatoria. Da questo punto di vista, quindi, l’auspicio è che in futuro vengano rivisti i parametri di accesso.

concorso scuola 2012 bando

Seconda cosa: il problema c’è sempre stato ed andava affrontato prima da parte dello Stato. Cosa che non è stata fatta negli ultimi quarant’anni: le varie decisioni prese in merito erano più dettate dalla contingenza e nell’accontentare apparentemente i precari (perché va sottolineato che già all’epoca ce n’erano e anche parecchi), senza mai pensare nel lungo periodo.

Una situazione, in definitiva, abbastanza tragica: da una parte coloro che hanno sudato anni nella speranza, che ora sembra svanire, di raggiungere il loro obiettivo; dall’altra un sistema di reclutamento che doveva essere modificato a tutti i costi.

È difficile, per un esterno, prendere una posizione chiara a riguardo. Per ora non ci resta che augurare “buona fortuna” a tutti gli aspiranti insegnanti.

Giorgio Vischetti

foto|| befan.it; tg24.sky.it; tempostretto.it

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