Ci stiamo mangiando la Food Valley

L’ingordigia degli affaristi divora ettari di territorio

di Benedetta Rutigliano

Principi di cementificazione

PARMA – “Il suolo minacciato”, filmato di 50 minuti di Nicola Dall’Olio, ambientalista, presidente del Podere Stuard, esperto di problemi del territorio, denuncia proprio il fenomeno dell’urbanizzazione parmense mediante immagini e interviste a coltivatori, urbanisti, anziani degli orti sociali. Unica sonorità la voce dell’attore protagonista Luca Mercalli, che attraversa la Food Valley accompagnato dalle musiche di Flaco Biondini. La pellicola, girata in economia con un budget di 10.000 euro, mostra come gettate di cemento abbiano trasformato ettari di territorio un tempo adibiti all’agricoltura in centri commerciali, abitazioni, tangenziali, capannoni industriali spesso inutilizzati.
La Food Valley è nota per i prodotti d.o.p. come il Parmigiano Reggiano e il culatello, la cui qualità dipende fondamentalmente dal territorio che risulta decisamente danneggiato nella sua produttività dalla progressiva cementificazione. Il continuo proliferare di cantieri non apporta nessun beneficio alla comunità locale in termini di occupazione e qualità della vita. A livello ambientale arreca problemi al rifornimento delle falde idriche. Si tratta, con evidenza, di un abuso incontrollato del suolo in contrasto con la legge regionale 20 del 2000, la quale sostiene una pianificazione del territorio nel rispetto della “sostenibilità ambientale e territoriale”.

Esempio di degrado suburbano

Uno studio dell’Osservatorio Nazionale sui Consumi di Suolo, distribuito da Legambiente, che ha collaborato alla realizzazione del film insieme a WWF, circolo“Il Borgo”, Lipu e “Le città invisibili”, svela cifre spaventose: in Provincia di Parma ogni giorno ci divoriamo letteralmente un campo di calcio di terreno agricolo. Questi i dati raccolti per il periodo tra il 1976 e il 2003: ogni anno un parmigiano “perde” 30,2 metri quadri di verde; la superficie urbanizzata è passata da 12.354 a 22.325 ettari; la consistenza dei suoli agricoli è passata dal 56,2% al 46,8% del totale; l’aumento di suolo urbanizzato è pari all’edificazione di 1,8 città come Parma ogni anno. Altro che “Paranormal Activity”: è la realtà del nostro Paese che deve attirarci. Sono questi scheletri di cemento che fagocitano il nostro territorio a doverci atterrire.

Il documentario di Dall’Olio vuole essere uno strumento per farci aprire gli occhi su modelli alternativi di sviluppo urbano e su differenti strategie di pianificazione territoriale (viene presentato l’esempio di Cassinetta di Lugagnano, alle porte di Milano, il primo comune italiano a “crescita zero”). L’urbanizzazione del suolo, infatti, risponde a precise scelte politiche, determinate da una logica di monetizzazione dominata dal delirio di onnipotenza dell’uomo. Il suolo, invece, è una risorsa scarsa ed esauribile: il suo sfruttamento incontrastato da parte di pochi, a breve, causerà l’inevitabile deterioramento e degrado a sfavore di tutti.

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2 Risponde a Ci stiamo mangiando la Food Valley

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    Anonimo 15/02/2010 a 10:04

    Grande Benedetta!
    Ma di questo passo le mucche parmensi dove pascoleranno??

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  2. avatar
    Benedetta Rutigliano 16/02/2010 a 11:16

    Purtroppo la risposta non è facile…aggredire il territorio in questo modo infatti causerà una serie di danni ambientali che sarà complesso arginare; questi a loro volta arrecheranno squilibri a catena…purtroppo lo scenario è apocalittico, se non si pensa seriamente ad adottare modelli di sviluppo alternativi e sostenibili. Ma c’è chi non vuole vedere…pensando solo all’hic et nunc.

    Rispondi

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