
Centrodestra, caos sondaggi: Lega sorpassa Forza Italia?
La sfida a destra, la Lega minaccia la leadership berlusconiana, sempre più in crisi. E Renzi se la ride, sempre in viaggio verso il 40%
Roma – È battaglia nel centro destra per la leadership dell’area: a sancirlo il caos sondaggi, con numeri che oscillano spaventosamente da un istituto all’altro, senza riuscire a delineare una chiara gerarchia tra Lega nord e Forza Italia, un dato fondamentale tanto per Matteo Salvino che per Silvio Berlusconi. Eppure sembra una battaglia tra poveri, soprattutto se guardata dall’alto delle cifre di Matteo Renzi.
CENTRODESTRA: È CAOS SONDAGGI – Non si capisce chi stia sopra e chi stia sotto; dopo le elezioni regionali, l’ascesa della Lega Nord sembra irresistibile e, secondo alcuni sondaggisti, arriverebbe addirittura a sorpassare il valore elettorale di Forza Italia. È il caso dell’istituto Demopolis, che accredita il partito di Salvini di un 13%, contro il 12,5% dei berlusconiani. Se Piepoli li stima alla pari, altri optano per il vantaggio azzurro, ma la distanza è risicata – pochi punti nel migliore dei casi – tanto da far pensare a un sorpasso che verrà.
PD TRIONFATORE, MA SALE L’AREA DI SINISTRA – Il Pd continua a essere il partito preferito dagli italiani, un sogno per Matteo Renzi, che vuole il partito della nazione, quasi dovesse essere l’unico in campo. Le percentuali oscillano dal 36,5% di Emg al 39,5% di Piepoli – una tendenza al calo, anche se lieve – con una grande frequenza per i valori di mezzo, indice comunque di un radicarsi del favore renziano in Italia. I punti mancanti sono stati assorbiti dalla sinistra, con l’area che fu la Lista Tsipras alle Europee in ascesa, pur nei piccoli numeri: Sel si attesa oltre il 3,5%, mentre addirittura ricompare Rifondazione comunista, anche se con dati inferiori, la cui somma supera comunque ampiamente il 4% delle consultazioni nelle quali corsero assieme.
GRILLINI, EROSIONE COSTANTE – Non va poi così bene in casa Grillo – anzi, 5 stelle – dove si paga il leader “stanchino” e il direttorio nominato. Le quotazioni del partito sono comprese tra il 17% (Demopolis) e il 18,9% (Ixé), quote stabili in leggero calo, una costante erosione che dura fin dal 2013; le motivazioni sono sicuramente da ricercarsi nella ritrovata fiducia al Pd, così come nelle evidenti difficoltà interne del partito.
Difficoltà che pagano anche Ncd e Udc, tanto che, se la soglia per l’ingresso in Parlamento fosse al 4%, dovrebbero correre insieme: l’unione oscilla tra il 3,0% e il 4,3%, un pessimo segnale per i “moderati” della politica italiana.
CONFUSIONE GENERALE – La vera cifra di questo momento politico, in realtà, è la completa confusione dei sondaggi, mai come adesso incapaci di fotografare una realtà mutevole, a volte mascherata, spesso nascosta. Istituti diversi ottengono risultati anche distanti, segno che cogliere le intenzioni di voto degli italiani sta diventando sempre più difficile; a prevalere, come in ogni momento di crisi, le personalità forti, capaci di distinguersi anche a prescindere dai contenuti della proposta. La strategia che fu di Berlusconi oggi è di Renzi & Salvini, una coppia non poi così dissimile nel mostrare certezza per ricevere fiducia.
Andrea Bosio
@AndreaNickBosio