Cecile Kyenge e Mario Balotelli per lo ‘ius soli’ contro tutti

Mario Balotelli

Roma – Cecile Kyenge (PD), il nuovo ministro per l’integrazione del governo Letta, ha proposto, qualche giorno fa, l’introduzione in Italia dello ‘ius soli’. La Kyenge ha avanzato l’ipotesi di avere come testimonial per la campagna sulla cittadinanza a chi è nato in Italia, l’attaccante del Milan Mario Balotelli, tenendo conto del fatto che è stato vittima di atti di razzismo. Balotelli si è detto subito disponibile per la lotta al razzismo e alla discriminazione razziale.

Lo ius soli è un’espressione giuridica di origine latina che indica l’acquisizione della cittadinanza sol per il fatto di nascere sul territorio di uno Stato, indipendentemente dalla cittadinanza posseduta dai genitori al momento della nascita del bambino. In USA lo ius soli viene applicato automaticamente e senza condizioni. In Italia, invece, la cittadinanza si ottiene se si è vissuti sul territorio per 18 anni, con una interruzione che non superi i 6 mesi e al compimento della maggiore età civile.

La proposta del nuovo disegno di legge ha scatenato polemiche incandescenti: Matteo Salvini, della Lega Nord, ha addirittura consigliato, sul suo profilo Facebook, di abolire il Ministero per l’Integrazione. Elvira Savino, Pdl, ci va giù pesante chiedendosi se, dopo la proposta sullo ius soli, arriverà quella sulla poligamia «sulla scorta della sua esperienza familiare in Congo». Anna Maria Bernini, senatrice e portavoce vicario del Pdl, tenta di abbassare i toni: «Le opinioni di Cecile Kyenge su cittadinanza e immigrazione clandestina sono legittime se espresse a titolo personale, ma fuori luogo se pronunciate come ministro della Repubblica in un governo di larghe intese che vive grazie anche al sostegno del Pdl e ai suoi voti sui singoli provvedimenti».

Anche Renato Schifani, capogruppo al Senato del Pdl, non sembra favorevole alla proposta e invita i membri del governo a evitare ‘proclami solitari’ affermando che «l’episodio relativo al ministro Kyenge, è sintomatico di un atteggiamento che non tiene in alcun conto il ruolo del Parlamento e il necessario coordinamento con i capigruppo della maggioranza. Non si possono fare proclami solitari, senza che gli argomenti siano discussi e concordati in un ambito collegiale».

Intanto la Kyenge tira dritta per la sua strada, affermando, durante il programma ‘In mezz’ora’, in onda su Rai3, che una nuova legge sulla cittadinanza non è una priorità del Ministero per l’Integrazione, bensì della società civile: «Noi che facciamo parte delle istituzioni, che rappresentiamo il popolo, abbiamo il dovere di interpretare quello che comunica la società civile, un paese che sta cambiando».

Cecile Kyenge a 'Tutto in mezz'ora'

In questi ultimi giorni, ha espresso la sua opinione anche Piero Grasso, Presidente del Senato, il quale ha dichiarato di essere favorevole alla concessione della cittadinanza ai figli degli immigrati, ma con dei limiti precisi: «Concedere senza condizioni la cittadinanza è un regalo ai trafficanti di esseri umani. Il pericolo è che cittadine straniere vengano a partorire in Italia solo per ottenere la cittadinanza». Secondo il Presidente del Senato bisognerebbe approvare la cittadinanza a quelle persone che hanno imparato un mestiere, una professione, oppure, come in Francia, che almeno uno dei genitori viva sul territorio da almeno cinque anni o, ancora, che uno dei genitori sia nato in Italia e vi si trovi al momento della nascita del bambino.

Durante la presentazione dell’attività del ministero per l’integrazione Cecile Kyenge ha sottolineato che il ministero di cui è a capo è trasversale, cioè che dovrà lavorare e collaborare non solo col ministero dell’Interno, ma anche con quello del Lavoro e con quello dell’Istruzione perché «l’integrazione parte proprio dalla scuola».

foto: tg24.sky.it; oggitreviso.it;

                                                                                                                                                                                                                                  Mariangela Campo

 

 

 

 

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