Cassano e Balotelli, il triste destino dei golden bad boys

Tra i talenti più puri sfornati negli ultimi 20 anni, Cassano e Balotelli rischiano di rimanere ai margini del calcio giocato. Un destino assurdo ma non troppo

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Cassano e Balotelli in Nazionale, per entrambi una foto che sembra parlare solo al passato (foto: newnotizie.it)

Di giovani talenti esplosi e dimenticati nel giro di una notte il mondo del calcio ne è pieno. Per infortuni, per una mentalità sbagliata o perchè crescere anche sul prato verde presenta le sue difficoltà. Il calcio è così, spesso non aspetta e di certo non perdona. Così, andando a memoria, si potrebbe parlare di Corrado Grabbi, uno che ai tempi oscurava anche un certo Alex Del Piero, o Giacomo Banchelli, che a 16 anni faceva commuovere tutta Firenze. Ma c’è un’altra categoria ancora, all’interno della quale ritroviamo quei giocatori che, pur avendo non avendo mai perso qualità eccezionali, non sono riusciti – e non riescono – a farle fruttare al meglio, ritrovandosi ai margini del calcio giocato: due nomi a caso? Antonio Cassano e Mario Balotelli.

IL FANTANTONIO RIFIUTATO - Pensateci bene, focalizzatevi solamente sulle loro qualità calcistiche, riuscireste a vederli senza squadra? Siamo sicuri di no, e vi assicuriamo che è una risposta facilmente condivisibile. Eppure, entrambi stanno passando l’estate in attesa di sapere qualcosa sul loro futuro, con un’ampia collezione di porte sbattute in faccia. Per Cassano, in particolare, si è appena chiusa anche la porta blucerchiata della Sampdoria, dopo che il “generale” Zenga ha posto una sorta di “aut-aut” all’eccentrico presidente Ferrero, più convinto dall’effetto cinematografico di un ritorno di Cassano che da quello tecnico. Eppure  il bagaglio di qualità ed esperienza di FantAntonio anche a 33 anni, e nonostante una tenuta fisica non più impeccabile, farebbe comodo. Ma il problema, lo sappiamo tutti, è di testa, di paura per la stabilità dello spogliatoio, di un carattere guascone sì, ma spesso oltre l’eccesso.

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Massimo Ferrero, sfuma il suo sogno “cinematografico” di avere la coppia Cassano-Balotelli. Voleva fare il remake di Double Team? (foto: stopandgoal.net)

C’ERA UNA VOLTA SUPERMARIO – Eppure Cassano le sue stagioni ad alti livelli le ha vissute, sbagliando tanto ma sapendosi anche far perdonare con prestazioni eccellenti, regalate – ad esempio – con le maglie di Roma e Sampdoria. Una caratteristica che senza dubbio lo distingue da Balotelli, a cui, per usare una nota espressione dialettale, è sempre mancato un soldo per fare una lira. A differenza di Cassano, Mario è nel fiore dei suoi 25 anni, fisicamente sta bene e le sue qualità tecniche non sono in discussione. Eppure, com’è noto, anche lui sta vivendo con la valigia in mano, estraneo al Liverpool e con tanti rifiuti posti dalle tifoserie prima ancora che dalle società.

IL DESTINO DEI GOLDEN BAD BOYS – Colpa loro? Del calcio oramai così tanto mediatico da enfatizzare più i “numeri” visti fuori dal campo che quelli al suo interno? Probabilmente entrambe le cose, sicuramente Balotelli e Cassano non sono stati in grado di reggere la notorietà extra-calcistica, ritrovandosi a loro volta prigionieri dei personaggi che gli sono stati costruiti addosso e che – almeno all’inizio – loro stessi hanno alimentato. Così, se una volta le “marachelle” dei vari Gascoigne e Maradona – sempre per citare a memoria, e scusandoci per aver scomodato una divinità del settore – venivano sottaciute e gestire nelle quattro mura dello spogliatoio, ora il fardello viene ingigantito. Alla questione, ovviamente, non c’è soluzione: i “bad boys moderni” hanno più pesi da sopportare e spesso non ne sono in grado. Fama, pressione, telecamere e giornali scandalistici, arriva tutto insieme e non deve essere facile rimanere a galla. Il risultato è una costellazione di talenti sprecati e campioni mai esplosi, di calciatori preoccupati ad alimentare la loro fama e non il loro rendimento. Di Cassano che non ha mai giocato un Mondiale in vita sua e di Balotelli che, salvo sorprese, ha già concluso la sua avventura azzurra.

Carlo Perigli

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