
Caso Quirra: Torio 232 e Cerio nelle ossa di 12 corpi riesumati
Cagliari – “Il militare ti dà da mangiare”. La scritta nera campeggia su un viadotto della Nuova SS 125, una delle tante grandi opere incompiute sarde. Ironicamente ci sarebbe da chiedere all’autore della scritta che cosa il Poligono Interforze del Salto di Quirra-Perdasdefogu dia da mangiare ai suoi abitanti. Che il torio 232 e il Cerio non siano propriamente benefici per la salute umana è più che manifesto anche per i non addetti ai lavori, e ora risulta accertato che siano proprie queste due sostanze altamente deleterie per il corpo umano, ad essere state somministrate quotidianamente agli abitanti del Sarrabus e di Perdasdefogu. A giungere a questi risultati definitivi sono state le analisi effettuate dal fisico Evandro Lodi Rizzini.
Il poligono interforze, impiantato nel lontano 1956, è l’area militare più estesa d’Europa. Cinquantasei anni di attività ininterrotte che hanno prodotto un forte inquinamento e un numero di vittime non ancora accertato. Le analisi effettuate dal fisico Lodi Rizzini, sono state eseguite sui corpi riesumati di 18 pastori e loro familiari che abitavano nella piccola frazione di Quirra, a pochi chilometri di distanza dalla base. Le analisi hanno accertato che su 12 dei 18 corpi, le ossa presentavano significative tracce di Torio 232 e di Cerio. Questa scoperta conferma i sospetti di alcuni, che lo Stato abbia deliberatamente deciso di far assassinare, da questi killers silenziosi, una parte dei suoi abitanti così come di suoi servitori, i militari stessi.
A manifestare i primi dubbi sulla base è stato per primo l’ex sindaco di Villaputzu Antonio Pili, in carica dal 1997 al 2002. «In quella base succedono cose strane e preoccupanti – aveva dichiarato Antonio Pili , ex politico ed ex primario dell’ospedale Binaghi di Cagliari – e la salute dei cittadini e dei militari stessi che ci lavorano è in pericolo». Il poligono interforze è, infatti, a disposizione di qualsiasi Paese amico che voglia sperimentare tecnologia militare «Per 50mila euro al giorno (tariffe del 2003)– aveva continuato Antonio Pili – qualsiasi Paese può usufruire delle strutture del Poligono. È a disposizione di marina, aeronautica ed esercito». Gli incassi derivanti dalle attività svolte all’interno della base finiscono nelle casse dello Stato, agli abitanti del luogo si danno solo le briciole, 250mila euro all’anno per l’occupazione delle terre (stime del 2008). Per chi si ammala vi sono risarcimenti irrisori e nessuno per chi si ostina ad ammalarsi e morire.
A dare una svolta alle indagini sui pericoli delle attività militari svolte nel territorio sarrabese, è stato il procuratore della Repubblica di Lanusei, Domenico Fiordalisi. Il procuratore ha il sospetto che negli ultimi undici anni, da quando sono state riavviate le indagini, ci siano stati tentativi di depistaggio così come di intossicare il clima. A dare fondamento a questi sospetti sono anche gli effetti che hanno provocato le accuse lanciate contro la base dall’ex primo cittadino di Villaputzu Antonio Pili, il quale è stato vittima di insinuazioni pesanti e di accuse tali che lo hanno portato ad una condanna ad otto mesi di carcere (che non è stata resa esecutiva in quanto incensurato). Nel tentativo di depistare i sospetti contro la base si è insinuato, infatti, che a provocare i tumori del sangue che hanno mietuto circa una settantina di vittime, fosse stato l’arsenico della vicina miniera di Baccu Locci. L’ex sindaco è stato accusato di aver ignorato una lettera della Asl in cui si diceva che vi era un’alta concentrazione di arsenico nella zona e di non aver avvertito la popolazione.
E oggi che sono arrivati i risultati definitivi effettuati sulle ossa di alcune delle vittime? Gli esiti degli esami stanno scatenando la caccia al numero totale di vittime. Secondo Folco Accame, presidente dell’Anavafaf, «Sono stati accertati 3761 casi di contaminazione per uranio impoverito e altri agenti patogeni tra il personale militare in servizio, ma è una cifra che rischia di essere molto lontano dalla realtà». Secondo Accame il dato dovrà prendere in considerazione anche il personale in congedo e quello civile che ha lavorato nei poligoni addestrativi o in aree con essi confinanti.
Dal punto di vista legale sono già stati inviati i primi avvisi di garanzia per ”ostacolo aggravato a indagini su disastro ambientale”. Uno di questi e’ stato notificato al sindaco di Perdasdefogu, Walter Mura. Nelle maglie dell’inchiesta sarebbero finiti, per ora, 19 nuovi indagati, tra i quali anche sette generali e periti che si occuparono dei rilievi nella prima fase degli accertamenti nel poligono.
Sabina Sestu
Foto: albertomasala; tirrenonews; sphotos
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