
Caravaggio restaurato si mostra a Roma, a Palazzo Braschi, fino al 15 luglio
ROMA – Dedicare una mostra ad una singola opera. Nella capitale (ma non solo) si tratta di una prassi sempre più diffusa – basti ricordare alcuni capolavori michelangioleschi o leonardeschi giunti in prestito ed esposti in passato ai Musei Capitolini – e talvolta l’evento ha il valore quasi di un vernissage, di una nuova inugurazione e presentazione al pubblico di opere d’arte da tempo non fruibili per vari motivi, primo tra tutti uno stato di conservazione precario o non ottimale che ostacola la lettura del testo iconografico.
Proprio questo il caso di una tela caravaggesca realizzata dal pittore a Messina all’inizio del XVIII secolo, la Resurrezione di Lazzaro, esposta al Museo di Roma Palazzo Braschi fino al prossimo 15 luglio. Il dipinto proviene dalla chiesa messinese dei Padri Crociferi e per quella sede, in specifico una delle cappelle private famigliari al suo interno, venne commissionata al Merisi nel 1608, quando lì si trovava costretto a nascondersi dopo la fuga da Malta: nell’isola del Mediterraneo l’artista dal carattere irruento e impetuoso aveva ricevuto asilo e protezione per sottrarsi alla condanna a morte seguita all’assassinio di un rivale in amore, avvenuto a Roma nel maggio del 1606. La città affacciata sullo stretto fu – insieme a Palermo e Siracusa – una della tappe siciliane di Caravaggio e qui lasciò il quadro che oggi anche il pubblico romano può ammirare.
La trasferta capitolina della Resurrezione inizia nel 2011, a novembre, quando l’opera entra a pieno diritto in un progetto di recupero dell’Istituto Superiore per la Conservazione e il Restauro, teso a rivedere alcuni interventi di restauro risalenti agli anni ’50 e valutarne qualità e durata. La tela di Merisi era stata infatti ‘trattata’ nel 1951 con una vernice che dopo mezzo secolo, per alterazione del colore e della consistenza, rendeva difficile distinguere la composizione. Sette mesi di indagini diagnostiche, documentazione fotografica, test preventivi e prove di pulitura prima di procedere all’asportazione definitiva del vecchio strato di vernice, hanno permesso di arrivare oggi ad una mostra che permette di ritrovare un Caravaggio come non lo si era mai visto. O almeno lo si era visto poco, e in pochi. Già perchè pare che dopo appena qualche decennio dall’escuzione già la tela presentasse problemi di conservazione, rendendo necessarie operazioni di restauro che in qualche caso – ma qui si entra nella leggenda – finirono col recare al film pittorico più danni che benefici.
Il soggetto neotestamentario dipinto da Caravaggio – la cui scelta non fu certo casuale ma dettata dal nome del committente, Giovan Battista Lazzeri – ha il fascino e la forza di molte altre e più note opere dell’artista emiliano, con un fondale architettonico appena sottratto alla completa oscurità e il dirompere in primo piano del corpo di Lazzaro, luminoso perchè illuminato dalla Grazia divina che gli sta per restituire la vita e proviente dal gesto di Gesù, da quel braccio teso con l’indice puntato ma arcuato che – come la critica ha evidenziato – rievoca l’azione creatrice del Dio michelangiolesco della Cappella Sistina: là il Padre creava l’uomo per la prima volta, qui il Figlio gli dona una seconda vita. Nei volti degli astanti lo stupore per quel miracolo, colto nell’attimo in cui sta per compiersi: gli uomini sulla sinistra già hanno colto il significato di ciò che sta per accadere, su di loro già si diffonde la luce, mentre a destra per Marta e Maria, amorevoli sorelle di Lazzaro, ancora è il momento del lutto e della mestizia.
In concomitanza con l’esposizione del quadro a Palazzo Braschi sono previste, come attività collaterali e di approfondimento, alcune visite guidate specifiche incentrate sull’opera: la prossima il 10 luglio alle ore 17.15, gratuita per chi ha acquista il biglietto integrato che consente di vedere la mostra e al Museo, ma per cui è necessaria la prenotazione perchè limitata a 40 partecipanti (per info 060608). Anche senza una guida ad hoc, tuttavia, l’occasione di ammirare l’opera è da non perdere per i romani e i turisti di passaggio in città: a metà luglio il capolavoro tornerà nella sua sede permanente, il Museo Regionale di Messina, e per molti sarà un po’ più difficile da raggiungere.
Caravaggio e la Resurrezione di Lazzaro
Roma – Museo di Roma Palazzo Braschi
16 giugno – 15 luglio 2012
Martedì-Domenica ore 10-22 (chiuso lunedì)
Biglietto: Intero € 11/13,50 € 9/10,50
Catalogo Palombi editore
Laura Dabbene