
Carabiniere di giorno, mostro di notte: abusava di giovani turiste
Dino Maglio, carabiniere di giorno e mostro di notte: offriva ospitalità a giovani straniere attraverso il sito Couchsurfing, poi le drogava e le stuprava
Padova – Un carabiniere padovano di trentacinque anni ospita ragazze straniere a casa sua attraverso il sito Couchsurfing e poi le stupra. Il Couchsurfing è una modalità di ricerca e offerta di ospitalità in Paesi stranieri, alla quale si accede tramite apposito sito internet. Sul sito ci si può registrare sia come “ospitante”, con la pubblicazione di foto personali e dell’abitazione nella quale si intende ospitare, che come “ospite”, soprattutto quando si deve risiedere in un luogo per poco tempo. È così che l’uomo adescava ragazze straniere per poi, di notte, drogarle e stuprarle. Fino ad oggi, il carabiniere ha ricevuto sedici denunce.
LA VICENDA – La storia di Dino Maglio è stata diffusa da «L’Espresso»: la cosa più inquietante è che il carabiniere ha continuato a stuprare le ragazze che ospitava anche dopo essere stato arrestato ed essere stato posto ai domiciliari la prima volta. Adesso l’uomo si trova in carcere ed è stato sospeso dall’Arma dei Carabinieri, ma prima di questo epilogo, è riuscito a violentare ben sedici donne, tra cui anche minorenni. E in verità queste sedici sono solo quelle che lo hanno denunciato. Il timore è che molte non lo abbiano fatto, per vergogna o per paura, anche perché l’uomo le minacciava dicendo loro che, essendo un carabiniere, sarebbe risalito ai loro numeri di telefono e indirizzi.
Le ragazze hanno raccontato, secondo quanto si apprende dai giornalisti dell’Irpi – Investigative Reporting Project Italy – che il primo giorno il carabiniere era gentilissimo, faceva loro da cicerone in giro per la città e cucinava. E il problema era proprio quello: Maglio accompagnava la cena con una specialità, un vino particolare nel quale scioglieva una pastiglia di Tavor, che è un potente ansiolitico, il quale tramortiva le ragazze. Una volta svenute, o quasi, il carabiniere le violentava.
I giornalisti dell’Irpi sono riusciti a raccogliere le testimonianze di sedici ragazze: polacche, canadesi, portoghesi, ceche, tedesche, americane. Solo sei di loro però hanno presentato una denuncia ufficiale alla procura di Padova, mentre le altre hanno solo accettato di rendere pubblica la loro esperienza.
Mariangela Campo
@MariCampo81