CampioMatto: le pagelle semiserie della 23a giornata di Serie A

Gennaro Sardo: la sua dedica è rimasta negli spogliatoi... (amonapoli.it)

Il best – Voto 10 per Gennaro Sardo, difensore Chievo Verona. Sardo di cognome, Gennaro di nome, veronese di adozione. Perché è lui il migliore della 23a? Non tanto per lo splendido gol del 2-0 al Napoli, ma per la successiva esultanza: Gennaro da Pozzuoli corre verso le telecamere, si toglie la maglia per mostrare la dedica a moglie e figlio e si accorge di aver lasciato negli spogliatoi la t-shirt con la foto. Faccia sconsolata, imprecazione ed ammonizione per comportamento non regolare. Idolo.

Voto 9 per Claudio Marchisio, centrocampista Juventus. Gol-capolavoro contro l’Udinese in semirovesciata, rete di potenza contro il Palermo, di sinistro. Tra un po’ si metterà i guanti e proverà a fare qualche parata in più di Buffon. Nella tempesta bianconera, l’unico faro si chiama Claudio Marchisio. Sarà contento Prandelli. Young power.

Voto 8 per le porte dello Stadio Olimpico di Roma. Traversa di Vucinic, traversa (con gol) di Borriello, traversa di Totti, traversa di Lanzafame. Ce ne sarebbe per abbattere un palazzo, i legni dell’Olimpico resistono. Un po’ meno i nervi di Rosella Sensi in tribuna, ma fa niente. Porte-ntose.

Voto 7+ per Maurizio Zamparini, presidente Palermo. «Il pianto della Juve è patetico, molto presto regalerò ai bianconeri un lacrimatoio dove poter riversare tutti i pianti per le ingiustizie subite dagli arbitri: d’altronde la storia ci insegna che da 20 anni subiscono regolarmente torti e provocazioni». Lo avevamo lasciato ad uno sfogo svogliato un paio di settimane fa, dopo la sconfitta per 3-1 col Cagliari. Ci ha ascoltato: la qualità si sta lentamente innalzando. Avanti così! Vecchio leone.

Voto 6 per Sinisa Mihajlovic, allenatore Fiorentina. Se può tirare un sospiro di sollievo – e sedersi ancora al caldo sulla panchina dei viola – è solo grazie all’uscita a farfalle di saponetta-Eduardo. La classifica si smuove, è ora che si dia una mossa anche lui e che dia una scossa alla scialba Fiorentina 2010/2011. Sonnacchioso.

Voto 5 per Amauri, attaccante Parma. A Torino non ha segnato per quasi un anno e a gennaio se ne sono liberati per fare spazio a Matri. A Parma è appena arrivato e si è fatto subito conoscere con un paio di gol sbranati sottoporta: sconfitta interna per i gialloblu. Fuori forma lo è di sicuro, ma niente niente portasse anche un po’ sfiga? Saudade do gol.

Voto 4 per Antonio Mirante, portiere Parma. A difesa di Amauri, c’è anche da dire che il gol-partita del Lecce al Tardini l’ha segnato più Mirante che Chevanton. Lancio dalla trequarti e colpo di testa morbido del centrocampista uruguaiano: Mirante è inspiegabilmente un metro buono a sinistra della porta e il pallone entra placidamente in fondo al sacco. A Ghirardi sarà andato di traverso un prosciutto intero. Bell’addormentato.

Voto 3 (come i metri di distanza dal luogo del misfatto) per Emidio Morganti, arbitro.

Come avrà fatto l'arbitro Morganti a non vedere il fallo di mano di Bovo in Palermo-Juventus? (fantacancio.wordpress.com)

Come non abbia fatto a vedere il fallo di mano di Bovo resta tuttora un mistero. Tempi dell’azione lenti, piazzamento perfetto, visuale eccellente. A pensar male si fa peccato, ma molto spesso si indovina, diceva Andreotti. Che di calcio non ne capiva, ma di complotti sì. Crediamo per principio nella buona fede, ma più che svista questo è stato un sortilegio. Fata Morganti.

Voto 2 (come le sue vittime di martedì sera) per Libor Kozak, attaccante Lazio. Passi il gioco maschio, passi la fisicità, ma Libor Kozak è un carro armato anche nel senso negativo del termine. Aggraziato come un ornitorinco, elegante come un pinguino, leggiadro come un ippopotamo. La gomitata a Bonera sarà stata anche casuale, ma la ginocchiata a Legrottaglie no: poteva fermarsi, saltarlo, buttarglisi addosso. Fare tutto, tranne che tenere la gamba bassa. Se giochi in serie A, almeno un saltino per non spaccare la testa ad un avversario devi essere in grado di farlo. Non è da duri mandare due giocatori in ospedale. Tenente Kozak.

Voto 1 a Davide Ballardini, allenatore Genoa. Per dirla alla Cetto La Qualunque: ti sei tenuto Eduardo? E mò “sugnu cazzi tua”. Va bene che Preziosi non l’ha venduto, però quando uno è palesemente il portiere più scarso della serie A, l’allenatore avrebbe pure la possibilità di sbatterlo in tribuna. Ballardini lo schiera ancora titolare, Eduardo si fa cascare il pallone dalle mani dopo un’uscita e la Fiorentina porta a casa 3 punti insperati. Sarà titolare anche domenica? Ma soprattutto: quanto resisterà Ballardini sulla panchina del Genoa di questo passo? Traballante.

La bestia – Voto -4 (come le giornate di squalifica appena comminategli dalla Disciplinare) per Christian Chivu, difensore Inter. Non ci sono scuse, spiegazioni, motivazioni. Un giocatore campione d’Europa e del Mondo non può permettersi una porcheria del genere. Le lacrime di coccodrillo del post-partita (vedi video) sono ancora più pietose, perché vengono dagli occhi di un professionista che guadagna 3 milioni e mezzo di euro all’anno, non da un ragazzetto di terza categoria. Troppo poche 4 giornate di squalifica: sarebbe servita una punizione ancora più esemplare. Vergognoso.

Francesco Guarino

L’INTERVISTA DI CHIVU A SKY AL TERMINE DI BARI-INTER:

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