
Calcioscommesse, Giustizia sportiva: un sistema che funziona al contrario
Aggiunto da DavideLopez il 05/08/2012.
Tags della Galleria Calcio, Primo piano, Sport
Tags: arringa, avvocato conte, bari, bunucci, calcioscommesse, carrobio, conte, cremona, difesa, giustizia sportiva, illecito sportivo, inchiesta, indagine, juventus, legale bonucci, masiello, Novara, omessa denuncia, palazzi, pepe, scommesse, sentenze, siena, udinese
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Milano - “Togliere gli occhiali del tifo e capire come il caso Conte non rappresenti altro che l’ennesima dimostrazione del malfunzionamento della giustizia sportiva in Italia, un organismo che tiene in piedi un’accusa infondata verso un allenatore che non può nemmeno provare la propria innocenza”. Con queste parole è intervenuto sullo scandalo calcioscommesse il giornalista Giuseppe Cruciani, non certo uno Juventino, che su twitter ha definito “indecente” la giustizia sportiva, ottenendo pero’ solo commenti positivi di tifosi bianconeri e negativi di tifosi nerazzurri, incapaci di comprendere l’invito a non esprimersi in base alla propria fede calcistica lanciato nello stesso twit da Cruciani.
Ma cosa non torna nel caso Conte? Da un patteggiamento lieve (tre mesi e multa salata) si è passati ad una richiesta pesante di un anno e tre mesi di squalifica. La sproporzione è talmente enorme da far porre una logica domanda: o la procura federale aveva fatto un regalo prima alla Juve e a Conte o adesso sta cercando di punire tecnico e club in maniera eccessiva.
Verso il tecnico della Juventus non esiste al momento alcuna prova concreta, nessuna intercettazione telefonica, nessun giro di denaro. Sono state anzi registrate le smentite di più di altri venti tesserati che hanno scagionato l’ex allenatore del Siena. Se davvero, nella giustizia sportiva, riesce ad esser sufficiente la parola del superpentito di turno, peraltro mai troppo chiaro e puntuale nelle proprie testimonianze, per inguaiare una persona, vuol dire che il sistema non funziona.
La cosa più inaccettabile è, come afferma lo stesso Cruciani, che “nella giustizia sportiva Conte ha l’onere della prova della sua innocenza, di fronte all’accusa di Carobbio, che non è sostenuta da nulla”. Un sistema che funziona al contrario, dove non è chi accusa a dover dimostrare la colpevolezza, ma chi si difende a dover dimostrare la propria innocenza, tra l’altro con tempi che definire stretti è un eufemismo.
Luigi Chiappero, legale dei calciatori della Juventus Pepe e Bonucci, durante l’ultimo dibattimento di ieri ha chiesto: «Perché non mettere mai in dubbio la parola di Masiello? Se non si va a fondo, se non si mettono le mani nella melma, non si arriverà mai alla verità». E’ proprio questo il punto: l’obiettivo della giustizia dovrebbe essere giungere alla verità, ma la sensazione è quella di essere molto lontani dal raggiungerla e molto vicini a delle sentenze “sghembe” il cui rischio di creare un precedente pericoloso è davvero alto. In qualsiasi modo la si voglia leggere o girare questa storia fa insomma acqua da tutte le parti. Presenta lati oscuri, conti che non tornano, attori finiti nella commedia e altri rimasti inspiegabilmente fuori.
Davide Lopez