
Bye bye, Byron: Moreno arrestato per droga
Gli uomini della Dea hanno bloccato l’ex direttore di gara ecuadoregno con sei chili di eroina nascosta nelle mutande. Si avvera il sogno più recondito dei calciofili italiani: Moreno rischia di passare il resto della propria vita dietro le sbarre
di Francesco Guarino
La vendetta è un piatto che va servito freddo. A volte congelato, come in questo caso: ibernato da 8 anni di rancori, condito con ironia e ferocia in tutte le salse. Tra fotomontaggi ironici ed esplicite parodie musicali (Schiatta Moreno, sulle note di Baila Morena di Zucchero), il momento finora solo agognato è finalmente giunto: Byron Moreno passerà il resto della propria vita dietro alle sbarre di un carcere di massima sicurezza americano, dopo essere stato sorpreso dalla Dea – Drug Enforcement Amministration, la massima agenzia antidroga statunitense – con una dotazione siffrediana nelle mutande: 6 chili di eroina purissima.
COREA 2002 – La vergogna calcistica più grande della storia della FIFA si consuma nel Mondiale nippo-coreano del 2002. Nessuno è mai riuscito a dimostrare nulla (una consuetudine, quando c’è l’ottimo Blatter di mezzo), ma il quarto posto finale della Corea del Sud, una squadra passata alla storia solo per le micidiali trasudazioni aglifere dei propri giocatori, fu avallato da una lunga serie di arbitraggi compiacenti. Il primo e più vergognoso fu per opera del fischietto ecuadoregno Byron Moreno, nella partita contro l’Italia. Un arbitro basso e tozzo, dalla caricaturale pettinatura impomatata, che in meno di 120 minuti riuscì a combinare l’inenarrabile. Rigore regalato ai padroni di casa, espulsione vergognosa di Totti e gol della vittoria azzurra annullato a san Damiano Tommasi, al quale per l’occasione probabilmente scappò la prima e unica bestemmia della propria carriera. Il golden-gol di Ahn sigillò la busta(rella) e buonanotte all’Italia. Sulla tomba sportiva di Moreno la lapide segna invece 23 maggio 2003: mentre il buon Byron si faceva vedere in giro non tanto inspiegabilmente con abiti griffati e auto di lusso, la FIFA decise di porre tardivamente fine alla sua carriera dopo l’arbitraggio di Deportivo Quito-Club Deportivo Cuenca, in cui lo pseudo-direttore di gara riuscì nell’impresa di far inferocire ambedue le tifoserie. Qualche mese prima si era visto anche in Italia, scortato dai carabinieri, per una presenza alla trasmissione “Stupido Hotel” di Raidue ed un’ospitata al carnevale di Cento, finita sotto il lancio di una gragnuola di uova marce.
FIFA, CHE NE DICI? – Nessuna dichiarazione dal quartier generale della FIFA, che, c’è da giurarci, sicuramente non ne rilascerà. Tutt’al più da Ginevra si tireranno fuori dalla mischia, dichiarando che Byron Moreno è un ex-arbitro e quindi ciò che ha fatto dal momento del ritiro del tesserino in poi non è di propria competenza. Inoppugnabile, ma ci piacerebbe anche vedere i risultati ottenuti nel 2002 dal fischietto sudamericano nel test di Cooper, oppure sapere con quali criteri fu fatta la sua scelta come arbitro top class. Rancori mai sopiti da tifoso: basterà la soddisfazione nell’immaginare Moreno passare dalla giacchetta nera al pigiama a righe ad anestetizzare il dolore di quel pomeriggio da incubo? Per ora ci accontentiamo. Bye bye, Byron.
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