
«Butta sotto un parcheggiatore abusivo», la provocazione su Facebook
Napoli – Un evento per “sfogarsi” contro i parcheggiatori abusivi, figura omnipresente sul territorio italiano ma che in Campania assume i contorni di una vera e propria piaga sociale, contro la quale spesso è impossibile ribellarsi per paura di ritorsioni contro il proprio veicolo. E così, un tale Francesco Burzo ha ben pensato di dare vita, attraverso Facebook, a una quanto meno singolare forma di protesta, invitando i partecipanti a investire i parcheggiatori.
Questa è la descrizione postata sul social network dell’evento: «Questo sabato non andare semplicemente a ballare. Coniuga l’impegno civico al divertimento spensierato, aiutandoci a mantenere pulita la nostra bella Napule. Ingresso free uomo-donna con consumazione stabilita dal giudice. Patteggiamenti entro le 00.30».
All’evento, finora, hanno aderito 932 persone, su oltre 6.000 invitati. Al di là della proposta chiaramente provocatoria, come spiega lo stesso Burzo («Ricordiamo ancora una volta che si tratta di una PROVOCAZIONE nata unicamente per dare risalto al malessere vissuto da chi è costretto a subire quotidianamente questo genere di estorsioni», scrive in un post pubblicato ieri), l’evento ha avuto la capacità di trasformarsi in una pubblica bacheca per discutere sul fenomeno abusivi, con risvolti particolarmente interessanti.
C’è chi, come Gino Crispino, fa distinzione tra «parcheggiatori e parcheggiatori», perché il suo uomo di fiducia, con una semplice telefonata, gli terrebbe il posto libero in attesa del suo arrivo, mentre tale Johnny Anderson invita tutti gli aderenti a «fare una mappa ben dettagliata per poi mandarla all’email dei vigili urbani», mescolando rabbia e reale senso civico.
Sebbene l’immagine scelta e il tono del titolo possano far pensare a chissà quale violenta crociata, si tratta di un uso concreto e riuscito del social network di Mark Zuckerberg, per spingere le persone a prendere maggiormente coscienza di quanto questo fenomeno dei parcheggiatori, pur una goccia nel mare, sia in realtà la cartina tornasole di una società stanca di soprusi e microcriminalità diffusa.
Complimenti dunque all’organizzatore, che ha avuto anche l’altrettanto ottima idea di ricordare a chi scrive sulla pagina di non rivolgere «minacce a venditori ambulanti, mendicanti, immigrati, vigili urbani», perché lontane dallo «spirito dell’evento». Riscossa civile e provocazione: un binomio che – a volte – può dare i frutti sperati.
Stefano Maria Meconi