
Brenda, omicidio o incidente? Un noir in piena regola
Mistero, giallo, complotto. Sul caso Brenda si è detto e scritto di tutto. Qualsiasi particolare viene usato per colorire e rendere ancora più avvincente la morte della trans, per infittire di più una trama già così intrisa.
Tutti a fare ipotesi, ad analizzare la scena del delitto per ricavarne un particolare significativo. Il pc dentro il lavello, i bagagli pronti per partire, la serratura intatta, la paura confidata alle amiche. Omicidio, suicidio o tragica fatalità? Un divenire di eventi che scatena interesse e curiosità, che porta a congetture non pienamente dimostrabili, a possibili verità ancora da accertare.
Tanti tasselli che messi insieme compongono scenari diversi, portano a conclusioni affrettate per nulla ponderate. Siamo tutti protagonisti del grande Cluedo mediatico messo a tavolino, dove ognuno analizza gli indizi, esamina le stanze (in questo caso un tugurio degradato e sporco di 20 mq), cerca di capire come si è generato quel rogo che ha asfissiato Brenda non essendoci nessun mozzicone o traccia di liquido infiammabile, a parte il whisky.
E allora chi sono i sospettati? Il Professor Plum, il Colonnello Mustard, Miss Scarlett o una beffa del destino? Qualcuno voleva che Brenda tacesse per sempre o voleva fosse la sua morte a rivelare i segreti che teneva ancora nascosti. Aveva nemici? Ma chi non ne ha lavorando per strada e trattando con certi clienti. E i romeni allora? Sono stati loro ad aggredirla e a rubarle il cellulare.
Le sue amiche, che ora ne piangono la morte, dicono che c’e’ una banda di rom che da settimane semina paura tra i trans che lavorano sulla Cassia. Si potrebbe allora comprendere il terrore che ha generato la sua morte tra la comunità trans.
Ma Brenda non è morta l’altro ieri. La sua lenta agonia ha inizio già un mese fa, quando cade nell’oblio e nella paura che il caso Marrazzo ha generato. Quando l’Italia perbenista scopre i segreti di una comunità trans costretta a vivere in favelas e i giri di “potenti” frequentatori che fanno di sesso e droga il loro vizietto personale. Continua a farsi di cocaina e a bere in modo spropositato. Andava matta per il whisky Ballatines, che lo accompagna anche nella sua ultima notte. Accanto al suo corpo steso per terra ci sono due bottiglie vuote.
E poi i farmaci. Il Minias l’aiutava a rilassarsi, a non pensare a quegli incubi che, dopo lo scandalo, non la facevamo dormire e vivere. Stava male anche quella sera. E’ probabile che abbia mescolato alcol e tranquillanti e non fosse pienamente cosciente. Sotto il suo corpo non c’è traccia di fuliggine. Era già stesa a terra quando le fiamme si sono propagate per l’abitazione.
E allora chi e cosa c’è dietro la morte di Brenda? Il Professor Plum? Lui potrebbe rappresentare quell’omicida spinto dai risvolti dello scandalo, quell’uomo che agisce per conto di qualcun altro per mettere a tacere una verità scomoda o per riaccendere la miccia di un caso che prometteva altri nomi illustri da mettere alla mercé di tutti.
O il Colonnello Mustard? Lui potrebbe essere il “guardiano” della notte, colui che lavora nel buio delle strade, accanto a prostitute e transessuali. Potrebbe essere un romeno o chiunque avanzi un diritto sulla comunità trans, perché esistono le leggi della strada e il sesso è un mercato troppo florido per non generare interessi da parte di bande criminali.
Miss Scarlett è invece una donnona di 1.90 m infelice e piena di paure. E’ quella donna che in altre occasioni non ha avuto difficoltà a provocarsi lesioni e ferite, a tagliasi le vene. Miss Scarlett rappresenta l’animo femminile, fragile e infelice di Brenda, con la voglia di farla finta con una vita che non era quella sperata, voluta e scelta ma forse imposta. Ma il suicidio, dicono, si possa escludere visto le dinamiche così macchinose che hanno portato alla sua morte.
Quindi le ipotesi rimangono quello dell’omicidio e dell’incidente domestico. Il Professor Plum e il Colonnello Mustard contro il tragico destino. Il risultato, al momento, vede i primi 1 a 0 visto che la procura indaga per omicidio volontario. Ma il “gioco” è appena iniziato e in ballo forse non c’è solo la morte di una persona, ma la vita di molte altre.
Emergono nuovi dettagli sulla morte della trans, la scomparsa di un cellulare e i file salvati del pc. Ma la verità sembra non essere ancora chiara
di Valentina Gravina

Il pc dentro il lavello, i bagagli pronti per partire, la serratura intatta, la paura confidata alle amiche. Omicidio, suicidio o tragica fatalità? Un divenire di eventi che scatena interesse e curiosità, che porta a congetture non pienamente dimostrabili, a possibili verità ancora da accertare.
Tanti tasselli che messi insieme compongono scenari diversi, portano a conclusioni affrettate per nulla ponderate. Siamo tutti protagonisti del grande Cluedo mediatico messo a tavolino, dove ognuno analizza gli indizi, esamina le stanze (in questo caso un tugurio degradato e sporco di nemmeno 20 mq), cerca di capire come si sia generato quel rogo che ha asfissiato Brenda non essendoci nessun mozzicone o traccia di liquido infiammabile, a parte il whisky.
E allora chi sono i sospettati? Il Professor Plum, il Colonnello Mustard, Miss Scarlett o una beffa del destino? Qualcuno voleva che Brenda tacesse per sempre o voleva fosse la sua morte a rivelare i segreti che teneva ancora nascosti. Aveva nemici? Ma chi non ne ha lavorando per strada e trattando con certi clienti. E i romeni allora? Sono stati loro ad aggredirla e a rubarle il cellulare.
Le sue amiche, che ora ne piangono la morte, dicono che c’e’ una banda di rom che da settimane semina paura tra i trans che lavorano sulla Cassia. Si potrebbe allora comprendere il terrore che ha generato la sua morte tra la comunità trans.
Ma Brenda non è morta l’altro ieri. La sua lenta agonia ha inizio già un mese fa, quando cade nell’oblio e nella paura che il caso Marrazzo ha generato. Quando l’Italia perbenista ha scoperto i segreti di una comunità trans costretta a vivere in favelas e i giri di “potenti” frequentatori che fanno di sesso e droga il loro vizietto personale. Continuava a farsi di cocaina e a bere in modo spropositato. Andava matta per il whisky Ballatines che l’accompagna anche nella sua ultima notte. Accanto al suo corpo steso per terra c’erano due bottiglie vuote.
E poi i farmaci. Il Minias l’aiutava a rilassarsi, a non pensare a quegli incubi che, dopo lo scandalo, non la facevamo dormire e vivere. Stava male anche quella sera. E’ probabile che abbia mescolato alcol e tranquillanti e non fosse pienamente cosciente. Sotto il suo corpo non c’è traccia di fuliggine. Era già stesa a terra quando le fiamme si sono propagate per l’abitazione.
E allora chi e cosa c’è dietro la morte di Brenda? Il Professor Plum? Lui potrebbe rappresentare quell’omicida spinto dai risvolti dello scandalo, quell’uomo che agisce per conto di qualcun altro per mettere a tacere una verità scomoda o per riaccendere la miccia di un caso che prometteva altri nomi illustri da mettere alla mercé di tutti.

Miss Scarlett è invece una donnona di 1.90 m infelice e piena di paure. E’ quella donna che in altre occasioni non ha avuto difficoltà a provocarsi lesioni e ferite, a tagliasi le vene. Miss Scarlett rappresenta l’animo femminile, fragile e infelice di Brenda, con la voglia di farla finta con una vita che non era quella sperata, voluta e scelta ma forse imposta. Ma il suicidio, dicono, si possa escludere visto le dinamiche così macchinose che hanno portato alla sua morte.
Quindi le ipotesi rimangono quello dell’omicidio e dell’incidente domestico. Il Professor Plum e il Colonnello Mustard contro il tragico destino. Il risultato, al momento, vede i primi 1 a 0 poiché la procura indaga per omicidio volontario. Ma il “gioco” è appena iniziato e in ballo forse non c’è solo la morte di una persona, ma la vita di molte altre.