Brasile, con i Mondiali un netto aumento della prostituzione minorile

E' forte la preoccupazione in Brasile per l'aumento della prostituzione minorile in occasione dei Mondiali

prostituzioneA pochi giorni dall’inizio dei Mondiali, cresce la preoccupazione per l’aumento della prostituzione minorile in Brasile. Il fenomeno, già di ampia portata in un Paese nel quale il 30% della popolazione e circa il 50% dei minori vive sotto la soglia di povertà, è destinato a crescere con l’arrivo di tifosi da tutto il mondo. Nessun pregiudizio verso i tifosi, ci mancherebbe, ma i dati denunciati dalle associazioni che combattono il fenomeno sono preoccupanti, così com’è imponente il sistema che le organizzazioni malavitose stanno sviluppando intorno allo sfruttamento sessuale dei minori.

I DATI – La prostituzione minorile è un business che non sembra conoscere limiti. Secondo un rapporto redatto dal Segretario Generale delle Nazioni Unite, circa duecentoventi milioni di minori nel mondo hanno subito violenze sessuali o altre forme di sfruttamento, il 30% dei quali riguarda bambini tra i 7 e i 12 anni. Il Brasile è al secondo posto per il numero di prostitute minorenni, con circa 500mila tra bambine e adolescenti coinvolte ogni anno. Secondo alcune statistiche sui fruitori di questo sistema, sono gli italiani, insieme a tedeschi e portoghesi, a comandare la triste classifica del turismo sessuale minorile. La preoccupazione in Brasile è che il fenomeno cresca vorticosamente con l’inizio dei Mondiali. Joseleno Vieira dos Santos, coordinatore del programma della segreteria brasiliana di Human  Rights per la lotta contro lo sfruttamento sessuale dei bambini, ha dichiarato: «Siamo preoccupati per lo sfruttamento sessuale che aumenterà nelle città dove si giocheranno le partite e nel loro hinterland».

LEGGI, MALAVITA E IMPUNITÀ – In teoria, la legge brasiliana prevede la reclusione da quattro a dieci anni per il reato di prostituzione minorile. Il dato preoccupante però sta nell’assenza di condanne verso le persone che questo traffico lo gestiscono. Se difatti i clienti, specialmente se stranieri, difficilmente vengono sanzionati, chi questo traffico lo dirige dall’alto rimane sistematicamente impunito. Anche per questo,con l’avvicinarsi della competizione, le organizzazioni malavitose hanno creato un sistema capillare per la ricerca di clienti, basandosi su portieri d’albergo e tassisti compiacenti.

LE CRITICHE AL GOVERNO – I dati sulle spese dello Stato volte a combattere la prostituzione minorile non sono stati resi pubblici, ma restando forti le proteste degli attivisti, che accusano il governo di non essere sufficientemente coinvolto nella soluzione del problema. Secondo Denise Cesario, direttore esecutivo della Fundacao Abrinq, partner locale di Save the Children, «questo tema non è considerato primario dal governo,  non vediamo la volontà di unire gli sforzi e aumentare le risorse per affrontare lo sfruttamento sessuale dei bambini».

L’IMPEGNO DELLE ASSOCIAZIONI – Alcune associazioni a tutela dei minori, come Happy Child International, insieme al governo inglese e a quello brasiliano, hanno promosso la campagna It’s a Penalty, con l’intento di sensibilizzare i tifosi di tutto il mondo, attraverso brevi interventi di calciatori ed ex atleti famosi, ribadendo che lo sfruttamento della prostituzione minorile è un reato perseguito sia in Brasile che nel proprio Paese.

prostituzioneUN SELFIE CONTRO LA PROSTITUZIONE MINORILEDon’t Look Away”, cioè “Non voltarti dall’altra parte”, è il nome della campagna lanciata dall’Ecpat, organizzazione da anni impegnata nel combattere lo sfruttamento sessuale dei minori, e finanziata dall’Unione Europea e dal Sesi – Servizi Sociali per l’Industria del Brasile. L’obiettivo dell’iniziativa è quello di sensibilizzare i turisti in partenza per il Brasile a restare responsabili e a non rimanere indifferenti di fronte a casi di sfruttamento sessuale di minori. Alla campagna hanno aderito personaggi dello spettacolo come Beppe Carletti, storico leader dei Nomadi, Alessandro Gassman e Claudia Gerini, che hanno postato in rete dei selfie con lo slogan della campagna. Non sono mancati i contributi di stelle, presenti e passate, del calcio brasiliano, come Kakà e Juninho, che hanno girato un video in cui chiedono ai tifosi di segnalare eventuali casi di prostituzione minorile. Il 5 giugno è stato lanciato anche l’hastag #dontlookaway, con l’intento di veicolare il messaggio in maniera capillare attraverso i social network. La paura è che una volta terminati i mondiali, quando lo spettacolo finirà e i tifosi torneranno a casa, si spegneranno i riflettori sul lavoro degli attivisti, che rimarranno soli a fronteggiare queste violenze.

PROBLEMA POVERTA’ – Violenze che sono inevitabilmente figlie di una povertà diffusa quanto innaturale, che spesso appaiono a chi le subisce come l’unico modo per sopravvivere la giornata. A Rio come in ogni parte di quel mondo che subisce le storture di un sistema economico mondiale profondamente iniquo. Ed è di fronte a questo quadro complessivo, a prescindere dai riflettori, che ogni giorno, con insistenza, dobbiamo ripetere, «Don’t look away».

IL VIDEO DELL’ECPAT CON KAKA’ E JUNINHO

Carlo Perigli
@c_perigli

foto: brasile-italia.it

 

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