Boom di pilates, disciplina eterna o moda del momento?

Il metodo ginnico, adatto a tutti, considera il corpo, mente e spirito  una triade inscindibile

di Chiara Campanella

RUECKEN_2Roma – “ Sicuramente è una moda del momento, potrebbe quindi subire un calo di interesse ma non scomparirà mai”. Di questo è convinta Erica, attualmente insegnante di pilates in una palestra dello storico quartiere di Testaccio, a Roma.

Sempre più persone infatti soffrono di patologie lievi (come le ipertensioni, problemi di postura e  lombalgie)  e il metodo del Pilates, che non serve solo a tonificare i il proprio corpo, migliora la postura, rilassa i muscoli e infonde  una sensazione di benessere fisico e psichico/mentale. “Dopo aver fatto pilates ti senti incredibilmente energico – continua la giovane insegnante – e come ogni cosa seria nella vita ci vuole del  tempo prima di ottenere dei risultati positivi”.  Erica infatti ci tiene a sottolinearlo. Il pilates non garantisce risultati immediati poiché si tratta di uno sport  “nel tempo”. Ma immediato è il benessere.

Questo è probabilmente uno dei motivi che ha permesso a questa disciplina di diffondersi così tanto negli ultimi 10 anni in Italia, prima in America e in Europa.  A tal proposito Erica riferisce : “Oggi nelle palestre vedo molte persone che fanno pilates.  Dire che questa disciplina è adatta a tutti è forse un po’ banale, ma sicuramente veritiero. Lo sconsiglierei solo ai bambini al di sotto dei 6 anni poiché ancora soggetti deboli,  con la struttura corporea ancora da formare, così come qualsiasi altro sport”. Dunque non esistono controindicazioni.  Anzi, lo scopo principale è rendere le persone consapevoli di sé stesse per raggiungere e mantenere il benessere psicofisico tra corpo e mente.

Joseph Hubertus Pilates, nato a Dusseldorf  in Germania nel 1880, inventò questa disciplina cercando di fondere i migliori aspetti delle discipline fisiche occidentali con quelli delle discipline spirituali orientali. Malato di rachitismo, riuscì a trovare gli esercizi adatti a migliorare la sua salute precaria mettendo insieme diversi sport, ma partendo da un unico punto: la respirazione. “Il movimento facilita la respirazione, la respirazione facilita il movimento”. Questo è quello che ripeteva in continuazione il signor Joseph ai suoi pazienti. La respirazione è fondamentale ed è considerato il primo principio del metodo pilates. Un corretto uso del respiro migliora la postura perché lavorano i muscoli più profondi del nostro corpo, come il trasverso, gli intercostali.

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E’ strano pensare che questo sport  sia nato principalmente per i “malati” e poi si sia diffuso soprattutto tra danzatori e ballerini. Joseph Pilates, catturato degli inglesi, insegnava in prigione  agli amputati di guerra gli esercizi del suo metodo utilizzando semplici attrezzi, come le molle e le stesse sbarre. Scampato alla prima guerra mondiale e trasferitosi in seguito a New York (dove morì nel 1966) fondò un suo studio a Broadway dove educava al pilates non solo gli infermi ma anche i ballerini, i danzatori che volevano migliorare la propria prestazione fisica. Negli anni ’60, infatti, in America la ginnastica diventava una moda. Cambiava dunque la clientela: i professionisti diventano gli habituè del pilates.

Una curiosità è che il metodo pilates fa uso di frasi metaforiche, rilassanti e quotidiane molto comprensibili a chi non sa dove siano posizionati alcuni muscoli del corpo o non sa come utilizzarli nell’esercizio.  Avete mai sentito da un’insegnante di palestra usare l’espressione “sciogli la colonna come una collana di perle”  oppure  ”senti le tue scapole come due saponette che sotto una doccia di acqua calda si sciolgono e scivolano verso il basso”?

Se la risposta è no e avete voglia di rilassarvi…andate in palestra e fate pilates.

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