
Bill Gates finanzia i nuovi preservativi in grafene
Il preservativo è un prodotto indispensabile per la prevenzione dalle malattie sessualmente trasmissibili. Tuttavia, nonostante i primi modelli risalgano a quasi 400 anni fa, sono molti i problemi legati all’uso del preservativo, come il rischio di rottura e la perdita di sensibilità da parte di chi utilizza il profilattico. Secondo alcuni sondaggi questo è uno dei motivi principali per il quale molte persone persistono nel non utilizzarlo durante i rapporti sessuali.
IL GRAFENE – Tuttavia, questi due problemi potranno con molta probabilità essere superati grazie all’utilizzo di uno nuovo materiale: il grafene. Si tratta di un materiale estremamente resistente che fino ad ora è stato sperimentato con successo nell’hi-tech. Ma le particolarità di questo materiale lo renderebbero ideale anche per la fabbricazione dei preservativi. A questo proposito, la fondazione benefica di Bill Gates (la Gates Foundation) ha donato 100 mila dollari all’Università di Manchester per sviluppare la nuova tecnologia. Oltre alla indubbia resistenza il grafene conduce il calore, e ridurrebbe così la perdita di sensibilità connessa all’uso del preservativo. Si immagina che questa nuova soluzione potrebbe far impennare le vendite dei preservativi, limitandone i rischi e aumentando al tempo stesso il piacere delle coppie. Ancora ignoto però l’eventuale costo di questo preservativi estremamente tecnologici.
L’ESPERTO - Aravind Vijayaraghavan, l’esperto di materiali che sta conducendo la ricerca ha affermato che «Attualmente si immagina di usare il grafene per i display degli smartphone, per l’imballaggio alimentare e la creazione di sensori chimici», ma «se il nostro progetto avrà successo, potremmo avere un uso per il grafene che toccherà la nostra vita quotidiana in modo, letteralmente, più intimo». La ricerca condotta dall’Università di Manchester però non è l’unica che si sta muovendo in questa direzione. La fondazione Gates ha infatti elargito donazioni a numerosi gruppi di ricerca nel mondo che stanno studiando nuove soluzioni per incentivare l’uso del preservativo.
Alberto Staiz