
Berlusconi e l’ottimismo che fa male all’Italia
Roma – Bisogna essere ottimisti. Ad affermarlo è il nostro presidente del Consiglio, il quale nonostante la valanga di critiche e di scandali che lo vedono in prima linea sulla scena politica e mediatica, non accenna ad arrendersi. «Altro che passo indietro: io sono al lavoro e ho una maggioranza, sono in pista – ha dichiarato il premier nel mezzo della bufera che lo vede protagonista principale ed indiscusso – tutto il resto sono cose che non esistono». Per il capo del Governo non esiste la crescita zero dell’economia, la dilagante disoccupazione, la fatica a tirare avanti la carretta delle famiglie e delle piccole e medie imprese… Le cose vanno male in Italia, anzi malissimo, tanto che gli stessi figli di Berlusconi lo hanno esortato a dare le dimissioni, con l’obiettivo principale di tutelare le aziende di famiglia. L’economia va così male che persino Confindustria ha preso una posizione netta invocando le dimissioni e il rinnovo del Governo. Le prospettive di crescita del Paese sono talmente negative che Standard and Poor’s ha declassato l’Italia e ha deciso di abbassare il rating sul debito pubblico italiano, portandolo da ‘A+/A-1+’ ad ‘A/A-1′, con outlook negativo. L’unico che di tutta questa crisi dilagante non vede gli effetti è solo il premier.
«Dimettermi – avrebbe, infatti, detto Berlusconi – sarebbe come un’ammissione di colpevolezza e io invece non ho commesso alcun reato. Anzi, dovrebbero essermi grati. Nessuno ha fatto quello che ho fatto io per questo Paese». In tre anni di governo il debito pubblico è aumentato tanto da raggiungere un nuovo record. Gli scandali che hanno colpito la maggioranza, e il premier in particolare, si sono moltiplicati come i pani e i pesci. L’immagine dell’Italia all’estero non è mai stata così pessima. Queste sono alcune delle cose che ha fatto il premier per il Paese. Ma dipende sempre da come si guarda e si valuta la realtà esterna. E infatti il premier ha una visione completamente diversa della situazione italiana: «l’Italia non è un Paese depresso: abbiamo un’economia solida e forte che ha il secondo comparto manifatturiero d’Europa – ha infatti ribadito il capo del Governo – anche il turismo è andato bene e non è esposta verso l’estero come altri Paesi – e dunque -drammatizzare le cose è ormai soltanto il mestiere dell’opposizione e di chi le crede e significa fare un male all’Italia e dare un’immagine distorta della situazione».
Una buona parte del Paese aspetta che il premier lasci finalmente il suo incarico. Ma lui imperterrito rimane al suo posto. E lo ribadisce deciso, «questa cosa delle mie dimissioni non esiste affatto. Con Napolitano non se ne è parlato affatto. Con il Presidente è andata benissimo: gli ho ribadito che il Governo è al lavoro e pienamente in sella, deciso ad andare avanti. E io sono in pista… – e ha concluso Berlusconi – abbiamo parlato di cose concrete: di Bankitalia, del lavoro che stiamo predisponendo per la crescita». Il presidente del Consiglio non risparmia i consueti attacchi ai magistrati che indagano sui reati che avrebbe commesso, «quando questa storia sarà finita e tutte le carte di questi magistrati che agiscono fuori dalla legge saranno sul tavolo – ha detto Berlusconi – allora si saprà chi ha avuto torto e chi ragione. Ed allora sarà il momento di dire la verità al Paese e alla stampa internazionale. Io mi sto preparando: farò una serie di comunicazioni». Ma non sarebbe meglio che la verità la dicesse ora, non tanto alla stampa estera e ai cittadini, quanto ai magistrati che gli contestano quei reati?
E a chi gli consiglia di chiedere scusa per gli scandali sessuali risponde che, «è la mia vita e non ho nulla di cui scusarmi. Sono altri, i magistrati che l’hanno violata senza alcun diritto, a doversi semmai scusare». L’idea che il premier ha del funzionamento di una democrazia e degli incarichi che la Costituzione attribuisce ai tre poteri dello Stato è molto elastica e personale. «Il Ministro della Giustizia e il Csm dovrebbero intervenire su una vicenda che si è svolta interamente al di fuori delle regole: basta pensare che i Pm di Napoli senza competenza hanno persino arrestato due persone, accusandole di estorsione senza nemmeno aver ascoltato la persona che sarebbe stata offesa da quel reato: il sottoscritto», è questo quanto ha dichiarato il premier riguardo al caso Tarantini.
Sabina Sestu
Foto: dtti; periodicoitaliano; calabria.blogosfere
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