Basket Time – Semifinali playoff: Siena e Cantù ok in gara 1

Montepaschi Siena – Benetton Treviso 79-58  (Serie 1-0 MPS)

Shaun Stonerook (film.it)

Con Treviso ancora provata dalla serie contro Avellino, basta un semplice cambio di ritmo dello squadrone di Pianigiani a scavare il solco: già nel primo quarto Lavrinovic e compagni mettono la museruola a Donatas Motiejunas, costretto a soli 4 punti in 28 minuti di impiego e per la squadra di Repesa la fase offensiva diventa un rebus senza la prima opzione di gioco. Gentile prova ad arginare la rottura prolungata mettendo a referto 11 dei suoi 14 punti nei primi 3 quari, prima del garbage finale, ma con l’intero settore lunghi messo sotto da quello avversario, per Treviso c’è poco da inventare: la fisicità di Hairston (16 punti) è inarrestabile, Lavrinovic ne sigla 12 e con McCalebb a macinare gioco il risultato è un eloquente 65% nel pitturato.

Ai veneti serve necessariamente un upgrade dal punto di vista realizzativo: prescindere da Motiejunas è impossibile, ma occorrono forze fresche anche dalla panchina, dove non hanno brillato né Brunner né Massimo Bulleri. Tutto liscio in casa senese, dove Pianigiani può concedersi il lusso di fare esperimenti e ruotare praticamente tutti gli effettivi: in vista della finale, gestire le forze dei propri uomini simbolo, soprattutto se in là con gli anni (Stonerook e Lavrinovic) o se reduci da problemi fisici (McCalebb) potrà rivelarsi fondamentale.

Bennet Cantù – Armani Jeans Milano 62-48 (Serie 1-0 BCT)

 

Nicolas Mazzarino (lastampa.it)

Nella gara in cui dominano le difese (40%+36% per Cantù e 42%+21% per Milano), a decidere sono i dettagli: Milano paga dazio sia nel conto rimbalzi (nonostante gli 11 di Mason Rocca), che nel rapporto perse/recuperate, permettendo agli avversari di prendersi 8 conclusioni in più sul totale dal campo. Hawkins è ancora una volta il miglior realizzatore della truppa Peterson con 12 punti, ma ad eccezione di Greer (12) c’è davvero poco altro: Pecherov rimane in campo forse troppo poco, Eze non è efficace e perfino l’esplosività di Jaaber non trova adeguata miccia e finisce a referto con una desolante “virgola”. Coby Karl è prezioso a rimbalzo e in fase difensiva, ma ancora incapace di dirigere le operazioni e di farsi notare offensivamente, mentre dall’altra parte Mazzarino domina la scena (16 punti), ben spalleggiato da Green, capace di compensare con il suo 2/2 dall’arco la pessima serata al tiro di Markoishvili e Leunen (1/10 complessivo).

Buone notizie dunque per la squadra di coach Trinchieri, capace di mettere spalle al muro sin da subito i più quotati rivali: la differenza nei nomi e nella profondità apparente del roster viene puntualmente cancellata dagli impietosi verdetti del campo e per Milano lo spettro dell’ennesimo fallimento è davvero dietro l’angolo.

Andrea Samele

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