
Basket serie A: Siena è campione d’Italia per l’ottava volta
Basket serie A: Siena è campione d’Italia per la settima volta consecutiva, l’ottava della sua storia.
Lo scorso anno c’era una squadra, la Montepaschi Siena, che vinceva il sesto scudetto di fila, chiudendo un ciclo durante il quale nessuno era riuscito a intaccarne il dominio. Ci aveva provato più volte Milano, senza mai avvicinarsi, oltre a Cantù, Roma e Bologna. I protagonisti di quell’epoca di vittorie erano campioni veri, arrivati a un passo dalla finale di Eurolega senza però riuscire mai a superare la maledizione delle semifinali. Si chiamavano Kaukenas, Stonerook, McCalleb e Lavrinovic. E prima ancora Sato, McIntyre e Bootsy Thornton. Il coach era Simone Pianigiani, senese doc come i vini delle sue terre, cresciuto all’ombra di Ataman e Recalcati e poi affermatosi come uno degli allenatori più vincenti del basket italiano.
Sembra passata un’era geologica da quel tempo, nonostante siano trascorsi solo dodici mesi: ma proprio per questo a Siena lo scudetto si è festeggiato con più entusiasmo ora che nelle ultime stagioni. In un’estate quella squadra è stata smantellata per ragioni di età e di budget e per la Montepaschi questo doveva essere una sorta di anno zero, con ambizioni ridotte e più tempo a disposizione.
Come coach è stato di nuovo scelto l’assistente del predecessore: Luca Banchi, un altro toscano, ma di Grosseto, vice negli anni dei trionfi. Il tasso tecnico della squadra si è abbassato in modo considerevole: Kangur al posto di Stonerook, Moss invece di Kaukenas, Brown anziché McCalleb, oltre all’aumento dei minuti a disposizione di giocatori da sempre ai margini delle rotazioni come Ress e Carraretto. Il colpo dell’estate è stato Daniel Hackett, molto vicino a Milano che tuttavia lo ha ritenuto troppo costoso lasciandolo andare in toscana.
L’inizio di stagione non è stato dei migliori: Cantù ha vinto la supercoppa italiana, togliendo per la prima volta dopo cinque anni un trofeo nostrano all’impero senese. Sembravano i primi segni che la rivoluzione e il ridimensionamento avrebbero portato al crollo del dominio dei toscani: anche in campionato le noiose cavalcate delle ultime stagioni erano solo un ricordo, con una gagliarda Varese in fuga dalla prima giornata. Ma a febbraio Siena dimostra a tutta la serie A di voler scrivere una storia diversa: in Coppa Italia raggiunge la finale eliminando una Sassari fino a quel momento molto più vincente e si trova faccia a faccia con la capolista, alla prima prova del fuoco in vista dei playoff. E’ vittoria biancoverde: la dimostrazione di rabbia agonistica e sangue freddo nei momenti chiave fa paura a tutte le rivali.
In seguito però Siena vive un altro momento difficile nelle ultime fasi del campionato: dopo un’Eurolega da protagonista ne esce male e in Italia perde diverse partite consecutive. Questa volta i giocatori di coach Banchi sembrano non avere più risorse da spendere, soprattutto quando il trend viene confermato con da una sconfitta umiliante a Milano in apertura dei playoff. I biancorossi sembrano pronti a riscattare con un grande finale una stagione orrenda, mentre Siena sembra matura per abdicare. Ma poi si arriva a gara 7, dove i biancoverdi dimostrano ancora una volta di saper vincere nei momenti decisivi, mentre gli avversari si squagliano come burro.
Poi la sfida con Varese, la squadra che ha dominato il campionato: si arriva a gara 7 sul campo di Masnago. Di nuovo è Siena a ribaltare con una prestazione strepitosa i pronostici e il fattore campo. Cosa che farà di nuovo contro una Roma orgogliosa, ma che dovrà ancora una volta cedere il passo al settimo trionfo consecutivo targato Mens Sana. Il più bello di tutti perché inatteso, di fronte a una Varese sorprendente, ma soprattutto a una Milano che partiva con soldi e ambizioni che non sono valsi nulla al cospetto della competenza e della passione dei senesi. E’ giusto che il protagonista sia stato Daniel Hackett: Milano paga la sua incapacità di sapere individuare gli uomini giusti per vincere, ancora prima di ogni considerazione tecnica.
Ora il futuro è incerto: coach Banchi sembra a un passo dall’accasarsi proprio coi rivali milanesi, mentre lo sponsor attraversa una crisi giudiziaria e finanziaria senza precedenti. Comunque vada, la Montepaschi Siena degli ultimi sette anni non sarà ricordata solo per il valore tecnico dei giocatori, o per le polemiche arbitrali spesso sacrosante: ma anche per la capacità di progettare, di coltivare talenti e di individuare le persone giuste in ogni ruolo. In sostanza, un modello vincente da ammirare e da cui prendere spunto per ripeterne le gesta.
Daniele Leone
@DanieleLeone31
Foto in copertina: www.sienafree.it