
Basket – Finale scudetto: Siena ha le mani sul tricolore
EA7 Emporio Armani Milano – Montepaschi Siena 79-82
Alla fine al di là di tecnica, roster, fisico e schemi, il lato mentale spesso è davvero ciò che fa la differenza: la concentrazione nei momenti decisivi, quando i palloni pesano in una metà campo o nell’altra, quando ci si rende conto che non si può più sbagliare e si deve necessariamente fare tutto alla perfezione. In questo fondamentale, l’Emporio Armani si dimostra per l’ennesima volta molto carente, in un andamento della partita che, dopo un inizio favorevole al Montepaschi, aveva cambiato padrone strizzando l’occhio alla squadra di Sergio Scariolo. Poi due rimbalzi in attacco concessi, l’ultimo a una manciata di secondi dal termine, il tempo che manca per tentare un’ultima conclusione e le recriminazioni che aumentano a dismisura, così come la sensazione che Siena, almeno nella sera in cui McCalebb è l’ombra di se stesso, si poteva e si doveva battere.
La costante della serie è l‘imbarazzante rendimento di Ioannis Bourousis, colui che doveva essere l’uomo della provvidenza e invece è diventato il principale colpevole per lo “sweep” che incombe: il greco è in evidente stato confusionale e dopo un canestro con fallo nel primo quarto inanella una serie desolante di errori marchiani. Senza il peso del proprio centro, Milano arranca, costretta ad appoggiarsi sulle spalle di Malik Hairston e Stefano Mancinelli: l’italiano è perfetto nel suo classico gioco spalle a canestro dal post, ma Siena risponde con delle perle di Andersen e con i canestri del ritrovato Kaukenas. Il lituano infila due triple sfruttando il pick and roll con Stonerook, aprendo il parziale che lo stesso capitano griffa con la bomba frontale divenuta marchio di fabbrica: Melli risponde con un palleggio-arresto e tiro stilisticamente perfetto, ma lo sbandamento perimetrale in difesa costa a Milano un -10 all’intervallo, con layup di uno spento McCalebb.
SECONDO TEMPO - La strigliata di Scariolo dà nuova energia a una squadra che sembrava allo sbando: Bourousis è nuovamente confinato in panchina, con la tenacia e la freschezza atletica di Radosevic (8 punti) a opporsi ad Andersen prima e Lavrinovic poi. Soprattutto il lituano è una spina nel fianco della difesa, costretta a ricorrere sistematicamente al fallo (10 subiti per Lavrinovic): Malik Hairston però è una macchina da canestri, ben spalleggiato da Omar Cook, che con due triple rimette in carreggiata i suoi. Gentile dà i primi cenni di vitalità, con due layup di pregevole fattura, e nonostante una fiammata da 6 punti di Bootsy Thornton, Milano torna fino a -1 (55-56): nel primo possesso del quarto decisivio, Bremer spreca e Zisis colpisce a fil di sirena dei 24 con una magia, ma dall’altra parte è Gentile ad alzarsi da 3 punti gonfiando la retina. Parità, con le giovani leve di Gentile (’92) e Radosevic (’90) a lasciare un segnale importante anche per il futuro: nel frattempo però ci sono 5 punti di Lavrinovic e uno strepitoso fade away di David Andersen, nonostante l’ottima difesa di Radosevic.
La risposta è firmata da Hairston, con un jumper dall’angolo cui fa seguito il canestro del sorpasso ancora di Radosevic: Gentile incanta la platea con dei canestri di pura qualità, ma dalla lunetta i ferri lo beffano, sotto lo sguardo contrariato del padre Nando. Siena non perdona e con Stonerook colpisce ancora: il capitano del Montepaschi, 4.4 ppg in stagione, centra la prestazione record della sua annata con 13 punti e 3/6 da 3 e tutto si decide alla lotteria dei tiri liberi. Lo stesso Stonerook lascia una speranza a Milano con uno 0/2, ma sulla dormita dei rimbalzisti di Scariolo si chiude la partita: tap out, palla a McCalebb che serve Lavrinovic: 2 su 2 del lituano e non c’è più tempo, Gentile spara da metà campo senza trovare nemmeno il ferro.
Per Siena lo scudetto sembra ormai solo una questione di tempo.
Andrea Samele