Basket Europei 2011: Francia e Spagna a contendersi l’alloro

QUI SPAGNA - L’esplosione in semifinale della “Bomba” Juan Carlos Navarro ha dato – se mai ce ne fosse stato bisogno – l’ennesima dimostrazione di come battere la Spagna sia un’impresa praticamente impossibile. I fratelli Gasol (22+17 per Pau contro la Macedonia) sono la coppia di lunghi migliore di tutto il torneo per combinazione di tecnica e fisico; alle loro spalle Ibaka e Reyes, in cabina di regia Rubio e Calderon per dare vivacità e accelerazioni, dalla panchina a turno le mani roventi di San Emeterio e Llull oltre alle certezze rappresentate da Rudy Fernandez e Navarro.

I punti deboli della squadra di Scariolo risiedono tutti nella gestione mentale dell’incontro: cali di tensione in una finale europea non possono essere concessi, soprattutto a un avversario che annovera vecchi volponi come Parker, abituato a vincere anche in NBA, e Diaw.

Fondamentale mettere subito in ritmo gli uomini con più punti nelle mani: coinvolgere subito Marc e Pau Gasol per provare a caricare di falli Joakim Noah potrebbe essere la soluzione giusta per ricavarsi un altro piccolo vantaggio. Contro la Macedonia il saldo rimbalzi ha detto 47-32 Spagna, un dato che – se ripetuto in finale – potrebbe rivelarsi altrettanto decisivo.

QUI FRANCIA – I Bleus hanno raggiunto il loro obiettivo e onestamente i favori del pronostico sono tutti dall’altra parte del campo: dopo qualche prestazione opaca al tiro – soprattutto quella contro l’Italia – Tony Parker è tornato a predicare basket, seguito a ruota da Boris Diaw (solo 6 punti però nella gara di ieri contro la Russia) e Nicolas Batum. L’incantevole ala piccola dei Blazers sarà la chiave di volta della partita: come contro gli Azzurri, la capacità di Batum di scegliersi di volta in volta l’avversario giusto contro cui andare uno contro uno potrebbe essere la miccia che innesca l’esplosività dell’intero roster francese.

Gelabale, De Colo, Pietrus e Khaudi dal perimetro saranno chiamati a non fallire nelle conclusioni sugli scarichi, mentre a Joakim Noah e all’ottimo Ali Traorè toccherà l’ingrato compito di tenere a galla la squadra nella lotta sotto i tabelloni.

Tarpare le ali a Calderon, attaccandolo ad ogni azione viste le sue non proprio antonomastiche doti difensive, potrebbe aiutare a mandare fuori giri gli schemi degli spagnoli, che se costretti a giocare sotto ritmo rischiano sempre di lasciare qualcosa per strada: in tal senso, la partita punto a punto contro la Germania di Nowitzki è un buon punto di riferimento.

Andrea Samele

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