
Aumento di un euro sul prezzo dei biglietti del cinema
ROMA – «Gli unici prezzi a non essere aumentati con l’introduzione dell’euro sono proprio i biglietti del cinema», disse Carlo Verdone ad un incontro a due con Toni Servillo un paio di anni fa al Festival del Film di Roma. Spiacente, Carlo carissimo. Neanche questo è vero, ormai.
Arriva, infatti, l’ennesima beffa per il cinema italiano e non solo. In puro stile italiota, infatti, a pagarne il prezzo, nel vero senso della parola, sono sempre e solo i cittadini contribuenti: ad essi, dunque, è rivolta la colpa della crisi economica che regna imperante anche nel mondo dell’audiovisivo; sono loro, per il governo, i veri carnefici della mancanza di idee e possibilità di realizzazione culturale.
La prima ed inevitabile conseguenza del Decreto scempio Milleprorogoghe, già presentato in Senato, sarà, dunque, proprio l’aumento di un euro sul prezzo dei biglietti per l’ingresso nelle sale cinematografiche, già di per sé aumentato (e grazie tante anche all’aiuto dei gestori di multisala e associazioni a delinquere varie) a cifre astronomihe come 8 euro (massimo storico assoluto!) per la visione di una pellicola di due ore, a partire dal prossimo 1 luglio. La salvifica e indiscutibile decisione dovrebbe fruttare, stando a quello che esprime la proposta, una cifra pari a circa 45 milioni di euro nel corso del 2011.
Un’ancora di salvezza (prevedibile), però, c’è: da questa truffa sono esentate (ma tu guarda un po’) le sale diocesane. E la Chiesa (maggior alleato azionista di sempre) ringrazia per l’ennesimo favore, ovvero per l’incremento di pubblico che ha già segnato in registro assieme all’aumentare imperterrito di nuove docili pecorelle da introdurre nel gregge del Signore, ammesso che del pubblico ancora ci sarà. Già, perché intanto la pirateria (ne abbiamo già parlato qui) assume un sempre maggior ruolo di salvezza per il portafogli di una popolazione volenterosa, si, di contenuti ma già stanca di aumenti fiscali a livello di istruzione e orario di lavoro da manodopera sottopagato o, ad andare bene, stabile nel suo rendersi poco utile ad un tenore di vita dignitoso, incastrato com’è tra affitti in nero la cui cifra è ormai prossima a quella di un mutuo, tanto per dirne una.
Non c’è niente da fare, può essere solo colpa nostra: siamo un popolo di spregiudicati, tirchi e avari. Proprio non vogliamo contribuire alla pur minima prospettiva di benessere economico per il nostro Paese (vale ancora quella maiuscola?); proprio non ce la facciamo a capire le difficoltà della nostra povera e affannata classe dirigente da ristorante quotidiano, presi come siamo dal lusso delle nostre provviggioni da mensa.
Grazie. Grazie davvero a tutti.
Stefano Gallone
Se è il cinema italiano ad aver bisogno di aiuto perchè non aumentano il prezzo del biglietto solo dei films italiani così vediamo se li meritano questi soldi in più.
andate a lavorare