Al Vittoriano di Roma Pollock e la scuola di New York e Warhol

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Eccoli, Andy Warhol e Pollock in mostra a Roma. Una fantastica doppietta di artisti più o meno contemporanei al Complesso del Vittoriano della capitale. Proprio così, le due esibizioni resteranno nelle Sale del Vittoriano fino a febbraio 2019, Andy Warhol entrando nell’Ala destra (fino al 3 febbraio) e Pollock con la scuola di New York in quella di sinistra (fino al 24 febbraio). Appuntamento assolutamente da non perdere consigliato agli adulti e  ai più piccini grazie al supporto delle audio guide che permettono anche ai bambini di godersi le due esibizioni ascoltando la voce narrante a loro dedicata.

WARHOL: L’esposizione dedicata al mito di Andy Warhol è stata realizzata in occasione del 90° anniversario della sua nascita. In mostra sono presenti oltre 170 opere che raccontano tutto il percorso professionale dell’artista presentando i capolavori di ogni periodo: dalla coloratissima Liz (1964), passando per i dipinti dei francobolli come S&H Green Stamps (1965), all’immancabile Marilyn (sono presenti le opere del 1967,1970 e del 1985). Ancora da ammirare ci sono le cinque splendide Cow (dal 1966 al 1978), accanto ad altre icone come le Brillo Box e i primi Flowers (1964), esposti in un fantastico e sfavillante percorso da rimanere a bocca aperta. Warhol ha cambiato per sempre i connotati non solo del mondo dell’arte ma anche della musica, come il Mick Jagger. Nel 1962 il genio di Pittsburgh inizia la serigrafia creando la serie Campbell’s Soup, minestre in scatola che Warhol prende dagli scaffali dei supermercati per consegnarli all’Olimpo dell’arte. A queste seguono le serie sulla Coca-Cola. Gli anni ottanta incoronano Warhol come il più noto nonché prolifico artista vivente. Sono tantissimi gli autoritratti, così come le opere dedicate al mondo immaginario dei fumetti, delle fiabe e dei romanzi, da Superman a Dracula, ecc..

LE ESPOSIZIONI: Lo spazio espositivo dedicato a Warhol è piuttosto ridotto e le opere in mostra sono tutte concentrate riempiendo le pareti in modo esaustivo. Al contrario, la mostra di Pollock è sicuramente meglio organizzata in uno spazio più ampio e a più livelli. Insomma, tra le due esibizioni quest’ultima appare molto più ordinata e meno confusionaria, probabilmente anche grazie alle enormi tele che coprono l’intera parete. Entrambe le mostre si possono definire anche interattive e, per questo motivo, probabilmente adatte per sia ai grandi che ai piccini grazie al gioco di luci e colori che le rendono attraenti e ludiche.

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POLLOCK E LA SCUOLA DI NEW YORK: Anticonformismo, introspezione psicologica e sperimentazione sono le tre linee guida che accompagnano lo spettatore della mostra Pollock e la Scuola di New York. Attraverso circa 50 capolavori, tra cui il celebre Number 27 (la grande tela di Pollock lunga oltre 3 metri), colori vividi, armonia delle forme, soggetti e rappresentazioni astratte immergono il visitatore in un magnifico contesto: l’espressionismo astratto. Nella mostra è esposto il frutto di una rivoluzione nata nel maggio del 1950 attraverso lo scandalo del Metropolitan Museum di New York quando, dallo stesso museo, viene organizzata un’importante mostra di arte contemporanea escludendo la cerchia degli action painter e scatenando la rivolta degli esponenti del movimento. Proprio in questo clima, l’espressionismo astratto diventa un segno indelebile della cultura pop moderna, attraverso il connubio tra espressività della forma e astrattismo stilistico che influenzarono gli anni cinquanta.

Oltre alle opere di Pollock ci sono quelle di Mark Rothko, Willem de Kooning, Franz Kline e molti altri rappresentati della Scuola di New York e conosciuti come gli Irascibili.  Le mostre sono organizzate entrambe dal Gruppo Arthemisia. Buon divertimento!

Chiara Campanella

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