
Fine scuola, ci risiamo! Come affrontare feste e saggi…MammAvventura consiglia
La MammAvventura dedicata al fine scuola anno 2016 ha deciso di cambiare: basta “lamentele” sulle vacanze troppo lunghe – che lasciano ai genitori lavoratori full time il “problema” dell’affido dei più piccini (i nonni? il campo estivo?) – ma dritte e consigli per uscire a testa alta dagli insidiosi appuntamenti fissi di chiusura d’anno. I saggi scolastici e le feste, soprattutto se di bimbi della materna o del nido.
ANIMALI DA PALCOSCENICO – Succede spesso alle elementari o alle medie che tra i riti del fine scuola rientrino varie performance – canore o strumentali – da parte degli alunni, spesso imbarazzati dal doversi esibire davanti ai genitori e agli insegnanti, ma soprattutto ai propri coetanei, ma alla prassi del saggio di fine anno non sfuggono ormai neppure i più piccoli, in età da materna o addirittura da asilo nido.
Dopo un anno di duro lavoro, le educatrici sono ansiose di mostrare a mamme e papà i risultati soprendenti ottenuti nel “domare” i loro piccoli cuccioli. Per una persona comune, nella gestione degli under 3 una grande conquista può già ritenersi il riuscire a farli restare in riga o in fila, tenendosi per mano, per più di 15 secondi, ma effettivamente operatori specializzati nell’insegnamento di discipline come il teatro o la danza sono in grado di realizzare praticamente dei miracoli. Lo stesso bimbo – vostro figlio! – che a casa non riesce a stare fermo neppure mentre guarda i cartoni o addirittura quando dorme, incredibilmente diventa elemento di uno spettacolo organizzato con dei tempi e delle regole.
La sua vocina si unisce armoniosa nel canto corale con quella dei compagnetti di classe, oppure riesce a recitare a memoria la sua prima poesia, qualche volta – se la messa in scena è di tipo teatrale – eccolo calarsi nei ruoli più buffi, pronto a scodellare la sua (unica!) battuta al cenno della maestra. E a papà e mamma, soprattutto a mamma, scappa una lacrima anche se non siamo al saggio finale degli allievi dell’Actors’ Studio.
PAROLA D’ORDINE: RESISTERE – Anche considerando tutte le possibili attenuanti – il fatto che siano bimbi, che siano sangue del vostro sangue e che rientri tra i doveri genitoriali quello di avere tanta, tanta pazienza – è indubbio che assistere ad un saggio di fine scuola non sia culturalmente appagante come una prima alla Scala. Probabilmente avete sacrificato qualche preziosa ora di permesso dal lavoro per potervi sedere davanti allo spettacolo dei vostri pargoli, ma ciò non deve deprimervi, anzi può diventare motivo di orgoglio: invece di essere dal parrucchiere o sotto il tocco magico di un massaggio drenante, state poggiando una delle pietre miliari della loro autostima.
Durante i saggi di fine anno, però, spesso la performance acerba dei piccoli protagonisti non è l’elemento più difficile da digerire. A mettere a dura prova sono piuttosto altri genitori – o parentame vario – che si schiera in prima fila neanche dovesse fare da supporto alla nazionale durante la finale dei mondiali di calcio. Applausi e urla «Bravo! Brava!» e detestabili uscite tipo «Quello/a è mio/a figlio/a!», manco fosse Leonardo Di Caprio alla note degli Oscar. Non di rado questi invasati sono attrezzati con telecamere o almeno macchine fotografiche (anzi, smartphone…) per immortalare ogni secondo, spostando in continuazione quell’aggeggio davanti alla vostra faccia per cogliere l’inquadratura migliore e impedendovi di vedere: perchè non tornate a scattarvi i selfie?
FINE SCUOLA…INIZIO FESTA! – Ma tra le tradizioni di chiusura anno scolastico c’è anche la festa di saluto, con compagni e maestre, a cui sovente i genitori sono chiamati a partecipare non solo in quanto momento di aggregazione, ma anche come “sponsor” di bevande e vettovaglie varie. Alle famiglie viene richiesto infatti di contribuire alla merenda organizzata durante uno dei pomeriggi delle ultime settimane di frequenza – ancora una volta ore di permesso che volano via…ma cosa non si fa per i figli – portando qualcosa da bere o da mangiare nel rispetto di una severa norma: no prodotti home made!
Vi ricordate quando – ancora ai tempi delle elementari per noi nati negli anni ’70 – in occasione del compleanno si portava a scuola la crostata fatta dalla mamma o dalla nonna? Scordatevelo! Da almeno 15 anni per il consumo all’interno della scuola di prodotti provenienti dall’esterno è previsto un controllo di provenienza per cui, se il vostro bimbo vuole spegnere le candeline in classe con i compagni, insieme alla torta non dimenticate lo scontrino della pasticceria che certifica la produzione (oppure ripiegate su prodotti confezionati). Tutta questa burocrazia mentre nelle mense, si legge in continuazione sui giornali, vengono scoperti casi di uso diffuso prodotti tipo il Pangasius (un pesce pescato in alcuni tra i posti più inquinati della Terra) oppure di ricongelamento dei cibi o ancora somministrazione di alimenti scaduti. Che l’abbiano fatto per insegnare ai più piccoli il concetto di contraddizione?
CIAO, ARRIVEDERCI…ADDIO – Questi ritrovi di fine scuola – al nido di mio figlio questo sabato è in programma anche una specie di gita scolastica, che meraviglia! – sono in realtà momenti di grande importanza nel processo di crescita dei bambini, segnano i punti di un percorso a tappe come quello costituito dall’anno appena trascorso e la presenza “inconsueta” di mamma e papà là dove di solito si svolge la loro giornata tra coetanei e insegnanti, è un segnale importante dell’integrazione esistente tra questi due mondi che sono per loro indispensabili punti di riferimento.
Quando poi le feste di fine anno coincidono con la conclusione per i piccoli di un ciclo più ampio – come quello dell’asilo nido o della materna prima del trasferimento ad un “livello” successivo – esse sembrano assumere una valenza di rito di passaggio: non è raro infatti, anche alla scuola dell’infanzia, che si organizzino cerimonie di consegna dei diplomi magari scenograficamente costruite sul modello cinematografico americano, con i ragazzi in toga e tocco, pronti a lanciare in aria il cappello.
Se potete quindi, care mamme e papà…essiateci!
MammAvventura