
Addio a Clive Burr, primo batterista degli Iron Maiden
Londra - Clive Burr, il primo batterista ufficiale degli Iron Maiden è deceduto la notte scorsa all’età di 56 anni. Da diversi anni era gravemente malato di sclerosi multipla. Clive Burr è ricordato per aver suonato la batteria nei primi tre album degli Iron Maiden, più precisamente Iron Maiden, Killers e The Number Of The Beast, prima di essere allontanato dalla band (si dice) a causa di alcuni problemi di droga. Clive Burr ha poi continuato la sua carriera di musicista prestando il suo drumming a band come Praying Mantis, Trust e Samson, fino al giorno in cui gli è stata diagnosticata la malattia.
L’annuncio della sua scomparsa è arrivato oggi arriva direttamente dalla pagina ufficiale degli Iron Maiden, con il seguente comunicato: «Siamo estremamente rattristati nel comunicare che Clive Burr è scomparso la scorsa notte. Aveva gravi problemi di salute da molti anni, dopo che gli era stata diagnosticata la sclerosi multipla. E’ morto in pace durante il sonno a casa sua».
Il bassista e fondatore dei Maiden, Steve Harris ha commentato: «E’ una notizia terribilmente triste. Clive era un vecchio amico. Era una bella persona e un grande batterista, che ha dato un grosso contributo ai Maiden nei primi anni, quando stavamo iniziando. E’ un brutto giorno per tutti noi della band e per i suoi cari e i nostri pensieri e le nostre condoglianze vanno alla sua compagna Mimi e alla sua famiglia».
Da oltre un decennio Clive soffriva di sclerosi multipla e gli Iron Maiden avevano creato una fondazione benefica Clive Burr MS Trust Fund per raccogliere i fondi per la cura della malattia. Ogni anno si teneva inoltre il Clive Aid, un concerto di tribute-band alle quali partecipavano anche gli Iron Maiden in compagnia di Clive, con lo scopo di raccogliere i fondi necessari per combattere la malattia. Ieri Clive Burr ci ha salutati, ma il suo potente e fantasioso drumming – molto diverso da quello del suo successore Nicko McBrian ma più caratteristico – sarà per sempre ricordato da milioni di rocker in tutto il mondo.
Alberto Staiz