
A Roma manifesti omofobi con protagonista Wojtyla
ROMA – Militia Christi colpisce ancora e lo fa nelle solite modalità particolarmente dirette. Le mura della capitale italiana, infatti, in particolare quelle nei pressi del Gay Pride, sono state tappezzate da manifesti (magari abusivi) che citano e ripropongono Giovanni Paolo II.
Oltre ad un secco «No al gay pride», troneggia anche la seguente citazione: «A nome della Chiesa di Roma non posso non esprimere amarezza nell’affronto arrecato […] e per l’offesa ai valori cristiani di una città che è tanto cara al cuore dei cattolici di tutto il mondo. La Chiesa non può tacere la verità […] perché non aiuterebbe a discernere ciò che è bene da ciò che è male». La derivazione è il commento al Gay Pride che lo stesso Wojtyla sentenziò nell’Angelus del 9 luglio 2000.
Gli oltranzisti cattolici commentano così il loro gesto di protesta: «Manifestazioni del genere, che rivendicano orgogliosamente comportamenti innaturali, sono un’offesa per chi ancora ha a cuore una sana visione antropologica della società, sono un modello nefasto per i giovani oltre ad essere deleterie verso chi sente dentro di sé tendenze omosessuali».
«Aumenta il numero delle aggressioni e aumenta l’intolleranza: non dobbiamo rassegnarci» risponde, però, Vladimir Luxuria dal palco della manifestazione. Luigi Neri, capogruppo Sel in Regione, aggiunge: «È bello vedere che ci si mobilita, è meno bello che ci si mobilita per denunciare questa situazione sempre più pesante per gli omosessuali».
Per Militia Christi, però, feste come quella del Gay Pride «non servono a combattere i cosiddetti pregiudizi ma solo ad aumentare diffidenza, squallore, volgarità e irriverenza».
Stefano Gallone