
“Da Maastricht a Nizza: il ruolo dell’Italia nella formazione dell’Unione Europea”
Negli ultimi tempi s’è fatto un gran parlare dell’Unione Europea, della sua ingerenza nella gestione di situazioni ed emergenze che puntualmente si ripresentano ai confini e internamente, del suo “interferire” con la politica interna di ogni Stato. Invece s’è parlato un po’ meno del ruolo che ogni Paese ha giocato nella formazione dell’Unione Europea e in particolare del ruolo che ha giocato proprio l’Italia che, non dimentichiamolo, ha dato i natali a un grande padre europeista: Altiero Spinelli.
A colmare questa lacuna ci ha pensato un ventottenne siciliano, Marco Ragusa – coordinatore del Progetto di Internazionalizzazione di Oice, realizzato in collaborazione con il Ministero dello sviluppo economico e l’Istituto per il commercio estero – che propone un libro chiaro ed efficace “Da Maastricht a Nizza: il ruolo dell’Italia nella formazione dell’Unione Europea”.
Ragusa offre un commento ragionato a tutti i rapporti, articolati e proposte che ogni governo e ogni delegazione italiana ha presentato nel corso dei negoziati di Maastricht, Amsterdam e Nizza.
Il volume è di facile consultazione e diviso concettualmente in tre sezioni. Nella prima parte è analizzato il contributo del nostro Paese al processo di Maastricht, soprattutto nel corso delle due Conferenze intergovernative tra luglio e dicembre del 1990, sotto la presidenza italiana. Ad arricchire questa sezione anche un’intervista al’ex ministro degli Esteri Gianni De Michelis.
La seconda sezione è dedicata al ruolo italiano nella conferenza per la modifica del Trattato di Maastricht, a partire dai lavori del Gruppo di riflessione fino alla firma del Trattato di Amsterdam.
L’ultima parte descrive il contributo della delegazione italiana alla Conferenza intergovernativa che, col vertice di Nizza, ha portato all’attuale condizione comunitaria.
“Da Maastricht a Nizza: il ruolo dell’Italia nella formazione dell’Unione Europea” è un testo valido per comprendere alcuni dei passi fondamentali non solo dell’Unione Europea, ma anche dell’Italia e per capire come, nella maggior parte dei casi, alla crisi siano seguiti momenti di rinnovamento e progresso. Come si spera possa accadere al più presto anche nel caso attuale.
Francesca Penza