
World Naked Bike Ride. Nudi in bicicletta per l’ambiente
CAPE TOWN (Sudafrica) – World Naked Bike Ride (WNBR) è sinonimo non solo di amore per la bicicletta, ma anche per tutto ciò che l’uso di questo mezzo simboleggia, più attività fisica, meno inquinamento, rispetto dell’ambienta, rifiuto delle ‘dittature’ dell’industria petrolifera. C’è poi un elemento in più, la nudità, che accresce il senso di libertà e abbandono delle convenzioni.
Anche la scelta di svestirsi si lega comunque ad un pensiero ambientalista e anti-petrolio, considerato quanti ormai – e prevalenti – siano i tessuti sintetici o derivati proprio dall’oro nero.
L’evento – non un semplice giro in bibletta, ma una sfilata-parata di colori e stranezze visto che spesso il corpo nudo viene ravvivato grazie al body painting – è promosso come forma di protesta contro la dipendenza dal petrolio e la cultura dell’automobile ad ogni costo, ma è sempre vissuto anche come una festa dello sport e delle potenzialità del corpo umano.
La World Naked Bike Ride nel nostro Paese si chiama Ciclonudista (www.ciclonudista.it) e dalla home page i loro appuntamenti sono descritti come «manifestazioni di legittimazione culturale e sociale in difesa del ciclista urbano e di esortazione pacifica a far attuare una politica di maggiore tutela e impegno verso i cittadini che scelgono forme di mobilità più rispettose dell‘ambiente e della sicurezza».
I ciclonudisti italiani spiegano anche il perchè dello svestimento, «Abbandonare i vestiti e rifiutare la vergogna del nudo è il nostro modo di esprimere il disagio e il rifiuto verso uno stile di vita dipendente dal petrolio e da tecnologie ormai surclassate. Si pone l’accento sul corpo perché questa parte di noi viene spesso messa in secondo piano da vestiti, consuetudini, e da vecchi involutivi retaggi».
Se volete sposare questa filosofia di vita e di mobilità quindi non occorre andare fino a Città del Capo!
Laura Dabbene
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