
WhatsApp a pagamento, la bufala diventa realtà a 79 centesimi all’anno
Tanto se ne era parlato in questi mesi e la notizia smentita più volte ma ora che la conferma è avvenuta, la polemica non poteva non scatenarsi: parliamo della ormai famosissima applicazione Whatsapp che, in partenza gratuita, ora ha introdotto un sistema di abbonamento annuale nelle versioni di Android, Windows Phone e BlackBerry. La cifra dell’abbonamento annuale? 0,79 centesimi, una cifra irrisoria per tutto ciò che l’applicazione permette e cioè inviare messaggi di testo lunghi quanto si vuole, foto e video, ma che ha comunque fatto alzare un grosso polverone.
Uno dei motivi di tanto trambusto è stato sicuramente il fatto che la versione iPhone al momento non prevede rinnovo annuale. Ma per gli utenti ciò che ha sconvolto di più è stato il modo con cui questo passaggio a pagamento è stato fatto: «E’ come il canone Rai», si legge sul Play Store, oppure «Dopo averci assuefatti vorreste denaro? Bella politica commerciale. Da strada», paragonando di fatto l’applicazione a una sostanza stupefacente.
E molti sono già pronti a passare ad un’altra applicazione di chat, questa volta veramente gratuita. Ma ci sono anche molti che la pensano diversamente: «La cifra richiesta è irrisoria, ma uso l’app da anni ed è rimasta sempre la stessa. Pagherei volentieri per l’introduzione di nuove caratteristiche, come la videochat che ormai hanno tutti i programmi simili». Anche perché non bisogna dimenticare che l’applicazione non ha pubblicità e che in qualche modo deve pur sopravvivere visto che ci sono dei costi tecnici infrastrutturali che una servizio del genere, con il volume di traffico e utenti che ha, deve in qualche modo sostenere.
Stefania Galli
Foto || repubblica.it