Wesolowski, l’orrore della pedofilia: 150mila file divisi in categorie

Il vescovo dell'orrore Josef Wesolowski inchiodato per pedofilia dagli inquirenti. Nei suoi pc l'archivio dell'orrore: 150 mila file divisi per categorie

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Josef Wesolowski (toscananews24.it)

Oltre 100 mila tra foto e video presenti nel computer al momento della perquisizione, più oltre 45 mila file cancellati. L’archivio dell’orrore che sta inchiodando per pedofilia monsignor Jozef Wesolowski, arcivescovo polacco 66enne, era custodito in un computer di proprietà della Santa Sede in Repubblica Dominicana. Immagini scaricate da internet “con grande perizia e competenza da parte dell’imputato”, ma anche e soprattutto migliaia di foto e video che riprendevano le vittime minorenni mentre erano lì, davanti agli occhi dell’arcivescovo. Ragazzi – per lo più di sesso maschile – denudati e costretti ad avere rapporti sessuali tra loro o con adulti. E il sospetto è che Wesolowski possa essere solo la punta dell’iceberg, e neppure di quello più grande.

L’ARCHIVIO DELL’ORRORE - Wesolowski, attualmente agli arresti domiciliari dopo il via libera del Pontefice in seguito ai gravissimi indizi nei confronti del religioso, si è detto disponibile a chiarire la posizione e a “spiegare l’errore”. Le prove a suo carico, da quanto divulgato dalle indagini, sono inconfutabili e inoppugnabili. La stragrande maggioranza dei file rinvenuti dalle autorità era presente proprio nel pc di proprietà del Vaticano (86 mila foto e 130 video), mentre Wesolowski portava con sé altre migliaia di foto e video nel proprio computer portatile. Il vescovo aveva diviso il materiale in proprio possesso per categorie, alla stregua di un sito hard personale. È stato rinvenuto anche materiale pedopornografico con bambine, ma Wesolowski preferiva di gran lunga protagonisti maschili nelle proprie avventure reali e virtuali.

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Wesolowski in Repubblica Dominicana (repubblica.it)

Al momento sono tre i bambini che, assieme alle loro madri, compaiono nel fascicolo processuale come testimoni d’accusa, ma la polizia ha quantificato in diverse decine le potenziali vittime del religioso. Tra le accuse rivolte al monsignore c’è anche quella «di aver agito, essendo alto esponente delle gerarchie ecclesiastiche, con grave violazione dei suoi doveri istituzionali, tanto da aver cagionato un danno all’immagine dello Stato e della Santa Sede».

PUNTA DELL’ICEBERG? - Gli esperti informatici hanno ricostruito nella loro relazione tutto il traffico dati dei pc di Wesolovski, inclusi gli accessi ai siti a luci rosse (prevalentemente gay) e la corrispondenza. Le connessioni virtuali possono servire a ricostruire la rete di pedofilia all’interno della quale l’arcivescovo si è mosso con abilità e competenza nell’utilizzo dei mezzi tecnologici. Francisco Javier Occi Reyes, il diacono arrestato nel giugno 2013 dalla polizia dominicana che avrebbe procurato i minori per gli osceni desideri dell’arcivescovo per poi denunciarlo alle alte gerarchie vaticane, sembra essere soltanto un ingranaggio che – assieme a Wesolowski – fa parte di un meccanismo più complesso. Gli accertamenti sono ora estesi a tutti i Paesi in cui l’alto prelato polacco è stato prima di approdare a Santo Domingo. Wesolowski è agli arresti domiciliari “alla luce della situazione sanitaria comprovata dalla documentazione medica”.

Redazione

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