
Wes Anderson, il Peter Pan del cinema mondiale, incanta il Festival del Film di Roma
Roma ai piedi di Wes Anderson. Il Peter Pan del cinema mondiale ha deliziato i fortunati presenti in sala nella conferenza stampa, prima e dopo la visione del suo corto, Castello Cavalcanti, al Festival Internazionale del Film di Roma.
Un omaggio all’Italia e al cinema italiano del dopoguerra, a Fellini e Germi, in anteprima mondiale qui a Roma. Il raffinato e stravagante regista de I Tenenbaum e Il treno per il Darjeeling, camicia rosa e cravatta nera, accompagnato dal protagonista del corto Jason Schwartzman e il produttore Roman Coppola, si è dato totalmente alla platea in estasi.
Tra gli interventi del pubblico in sala il più bello è stato probabilmente quello di un papà, che ha ringraziato Anderson per aver confezionato due gioielli come Fantastic mr. Fox e Moonrise Kingdom, tanto amati da suo figlio. Tante le domande.
Sul perché della scelta di un corto in Italia ha spiegato: «Prada ci ha invitato a fare un corto e ho deciso di ambientarlo in Italia. Abbiamo pensato di rifarci a una scena di Amarcord e da qui è nata la storia».
Dopo aver anticipato alcuni temi della sua prossima pellicola, The Grand Budapest Hotel, che uscirà il prossimo anno – «Sarà la storia del portiere di un albergo in una città dell’est Europa, piena di musica balcanica e con protagonista Ralph Fiennes» – ha ammesso di voler girare un film animato ma con temi adulti e violenti, il che però, rende la produzione complicata.
Il regista ha poi confermato di conoscere il pezzo del gruppo I Cani, a lui dedicato, intitolato proprio Wes Anderson, e ha salutato la sala con il suo punto di vista sull’Italia: «Conosco l’Italia come un Paese dove vengo e torno sempre. Sono interessato all’arte, la cultura, la gente e m piacerebbe girare un altro film qui. Lavorare a Cinecittà è bellissimo ma mi piacerebbe farlo con maggiore libertà in molto altri posti».
Gian Piero Bruno
@GianFou
Foto: comingsoon.it