Violento terremoto in Cile, 5 morti. Paura ma rientra allerta tzunami

SANTIAGO DEL CILE – Intorno alle 21 di ieri sera, l’1:46 in Italia, un forte terremoto di magnitudo 8.3 ha colpito il nord del Cile facendo subito scattare l’allerta tsunami. La popolazione della città cilena di Antofagasta si è subito riversata sulla strada trascorrendo lì la notte, migliaia di persone invece si sono invece dovute allontanare dalla costa dopo che le prime onde, alcune di circa 2 metri, si sono abbattute sulle spiagge di alcune località. La presidente cilena, Michelle Bachelet, ha dichiarato lo stato di calamità naturale per le le zone più colpite dal terremoto: le regioni settentrionali d’Arica, Parinacota e Tarapacan (al confine con il Peru’).

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RISCHIO TZUNAMI - Dopo la forte scossa, nel giro di 45 minuti, uno tsunami con onde più alte di 2 ore si è abbattuto su Iquique (1.800 chilometri a nord di Santiago). Tutta la costa pacifica dell’America Latina (Cile, Perù, Ecuador ma anche Colombia, Panama, Costarica, Nicaragua, Messico, Honduras e Hawaii) è ora in allerta che resterà attiva almeno fino a mattina inoltrata. Il Cile è uno dei Paesi più colpiti al mondo dai terremoti: il 27 febbraio del 2010 un violentissimo sisma aveva colpito il centro-sud causando la distruzione di case e infrastrutture e la morte di 526 persone. Una scossa che fu superiore a quella odierna, con magnitudo 8.8.

LE VITTIME - Finora sono 5 le persone decedute a causa del sisma. Due persone a Alto Hospicio: il sindaco Ramon Galleguillos Castillo ha riferito alla stampa locale che una delle due è deceduta per infarto mentre la seconda per motivi ancora non chiari. Le altre tre vittime sarebbero due uomini e una donna ma non ci sono ulteriori dettagli da parte delle le autorità locali.

LA PAURA E LA FUGA - Dopo le scosse più violente la popolazione ha trascorso la notte per strada. Alcune frane hanno poi bloccato delle strade a scorrimento veloce prese d’assalto da cercava di allontanarsi dalla costa, creando rallentamenti e blocchi stradali. In migliaia sono rimasti senza corrente elettrica. Durante i concitati momenti del terremoto circa 300 detenute del carcere di Iquique sono evase dal penitenziario. Il ministro degli Interni, Rodrigo Penailillo, ha annunciato l’impiego dei militari per mantenere l’ordine precisando che si è trattato dell’unico incidente di rilievo.

Valentina Gravina

@valegravi


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