VIDEO Caos Turchia, la polizia prende due tv

Istanbul - Negli ultimi mesi alcune cancellerie europee guidate dalla capoclasse, il cancelliere tedesco Angela Merkel si sono avvicinate alla Turchia, considerando Ankara chiave per lo sviluppo UE e per il quadro geo-politico mediorientale. La Turchia però vive un periodo difficile, nel quale il Presidentissimo Recep Tayyip Erdogan sembra fare ciò che vuole e tutto ciò che è in suo potere per provare a bloccare l’avanzata delle opposizioni a pochi giorni dalle elezioni generali. Alcune ore fa l’ennesimo episodio scottante di una campagna elettorale dai toni altissimi e caratterizzata da azioni sconcertanti per uno stato che si definisce democratico.

L’ATTACCO DELLA POLIZIA - Nel corso delle prime ore del mattino Bugün TV e Kanaltürk, televisioni considerate vicine all’opposizione, sono state “messe sotto tutela” o per meglio dire occupate dalla polizia turca. I due canali, facenti parte del gruppo Koza-Ipek, sono stati letteralmente invasi dalla polizia in diretta tv, disperdendo con lacrimogeni e idranti i giornalisti e i dipendenti delle televisioni che hanno opposto resistenza. Alcuni scontri tra rappresentanti dell’opposizione e la polizia si sono avuti anche davanti le sedi delle emittenti conclusasi con nove arresti. Nulla ha potuto nemmeno l’opposizione del capo redazione, Tarik Toros che avrebbe affermato «Qual è il vostro titolo? Questa è la mia catena».

Manifestazioni per una stampa libera in Turchia (www.lemonde.fr)

Manifestazioni per una stampa libera in Turchia (www.lemonde.fr)

L’ACCUSA - La decisione di nominare un amministratore giudiziario per la holding Koza-Ipek è stata presa lunedì dalla procura di Ankara e ha scatenato il caos con la rivolta delle opposizioni. L’accusa è che i canali «finanziano, reclutano e fanno propaganda»per conto dell’imam-finanziere Fethullah Gülen, ex amicone di Erdogan, oggi accusato di finanziare dagli Stati Uniti ONG e mass media considerati come “organizzazioni terroristiche” che puntano al colpo di stato provocando falsi scandali che riguarderebbero Erdogan e il suo governo. Solidarietà arriva da molti colleghi come Can Dundar, direttore della tv di opposizione laica Cumhuriyet, per il quale Erdogan avrebbe gradito l’ergastolo per la rivelazione di una presunta fornitura di armi dei servizi segreti turchi all’Isis.

ATTACCO BOOMERANG - La Turchia è già al 149° posto su 180 per libertà di stampa, solo poco davanti alla Russia (152°) secondo l’ONG Reporters Senza Frontiere. Bisogna d’altronde considerare che 7 canali di opposizione dell’emittente satellitare Turksat sono stati oscurati solo la settimana scorsa. Non si sa se la strategia del Presidente Erdogan si rivelerà vincente. In ogni caso cercare di controllare i media anche con episodi eclatanti generalmente non aiuta molto il governo sia in ambito internazionale sia a livello interno dove le opposizioni stanno crescendo in termini di consenso e azione politica. Nel frattempo le elezioni anticipate avverranno in questo clima domenica. In questo caos una cosa rimane chiara: prima di parlare di Turchia nell’UE i leader europei dovrebbero fare per lo meno più attenzione.

Domenico Pellitteri

 

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